Nel suo editoriale di sabato il giornalista di Libero, Filippo Facci, parlando della vicenda riguardante la presunta violenza sessuale di Leonardo Apache La Russa, figlio del Presidente del Senato Ignazio, ha scritto: “Una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa“.
Immediate sono state le reazioni di gran parte del mondo della politica (e non solo) poichè proprio venerdi, durante la presentazione dei palinsesti Rai, a Facci è stata assegnata una nuova trasmissione di approfondimento a partire da settembre su Rai 2, intitolata “I facci del giorno”.
Tutte le opposizioni, dal Pd a M5s, fino ad Avs, Azione e Più Europa, hanno chiesto alla Rai di rivedere la decisione di affidare a Facci la trasmissione, forti anche del fatto che il contratto non è stato attualmente firmato. E proprio a viale Mazzini, stando a quanto riportano diverse fonti, è in corso una “riflessione” sull’opportunità di mandare in onda il programma.
Il leader di Azione, Carlo Calenda, riferendosi a Facci ha commentato: “E’ un troglodita che in ogni altro paese europeo dopo aver scritto questa roba qui non scriverebbe più neppure sul giornale condominiale”.
Toni duri usati anche dal Responsabile informazione del Partito Democratico, Sandro Ruotolo: “Può la tv pubblica essere affidata a chi fa vittimizzazione secondaria? E che dice il comitato etico della Rai? Il servizio pubblico può consentire una lettura del genere sulle donne? Pensateci bene dirigenti di viale Mazzini. Il servizio pubblico è di tutti ma non può esserlo dei sessisti, dei razzisti e del pensiero fascista.
Sul tema è intervenuto anche l’Ordine dei Giornalisti, in sindacato Usigrati, la Fnsi e l’associazione GiULiA Giornaliste che, tramite un comunicato, definiscono “intollerabile” quella frase e riservandosi una denuncia al consiglio di disciplina. Per il presidente della Fnsi (Federazione Nazionale Stampa Italiana) Vittorio di Trapani, “Il linguaggio usato da Filippo Facci è incompatibile con la Rai Servizio Pubblico”.
Dopo le polemiche lo stesso Facci è intervenuto all’Ansa sostenendo che non riscriverebbe quella frase solo perché “non ha portato niente di buono e ha fatto male intendere un intero articolo. Il giornalista parla poi di una polemica che è “costruita sul nulla”, sostenendo come “chiunque abbia letto l’articolo interamente, e sottolineo chiunque, ha convenuto che il mio articolo fosse equilibrato ed equanime”.
Non è la prima volta che Facci fa esternazioni di pessimo gusto. In passato aveva più volte attaccato il popolo napoletano, intitolando un suo articolo “Vedi Napoli e poi puzzi” e facendo un tweet denigratorio contro l’istruzione dei napoletani (con annessa gaffe, avendo scritto i migliaia invece che le migliaia)
Lo stesso Facci in passato fu già sospeso dall’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, per un periodo di 2 mesi, per aver scritto, il 28 luglio 2016, un articolo contro l’Islam definito dallo stesso Ordine “a sfondo razzista”. Mentre un paio d’anni fa fu sospeso da Facebook per il suo post contro la giornalista Greta Beccaglia. Inoltre Facci è condannato in via definitiva a 5 mesi di carcere per diffamazione con l’aggravante dell’odio razziale nei confronti della minoranza rom e sinta.
Nelle sue parole Facci, volontariamente o involontariamente, sta legittimando il fatto che ad una ragazza drogata si può fare violenza, non facendo capire che il problema di fondo non è l’assunzione di droga, ma è la violenza sessuale (ribadiamo presunta fino a prova contraria).
Quello che ci chiediamo è se sia giusto affidare ad un giornalista così controverso come Facci un programma d’informazione sulla televisione pubblica.