Fresca di pubblicazione del suo nuovo libro di poesie ‘La signorina nessuno‘, Giorgia Soleri non ha mai nascosto la sua relazione con il frontman del gruppo romano Måneskin. La ragazza ha spesso risposto a domande poste da giornalisti interessati unicamente alle sue vicende amorose.
Chi è Giorgia Soleri: una questione che va oltre la semplice gaffe
Attivista, modella e scrittrice: Giorgia Soleri, ospitata al programma televisivo ‘Storie italiane‘ per pubblicizzare il suo libro, ha commentato in maniera sarcastica la vicenda con una storia Instagram. In quest’ultima, Soleri ha dichiarato: ‘’Ma non sono senza nome! Mi chiamo ‘la fidanzata’ di nome e ‘di Damiano dei Måneskin’ di cognome!’’.
Per quanto l’espediente di presentare la modella come la compagna del cantante italiano serva a coloro i quali non sappiano chi Soleri effettivamente sia, descrivere una persona in relazione al proprio partner è svilente. Questo non solo per la persona stessa, ma anche per i risultati raggiunti ed accantonati dai media poiché considerati non abbastanza rilevanti.
Vulvodinia e non solo: una lotta sociale verso la sensibilizzazione
I traguardi che dovrebbero essere messi in mostra, a prescindere dalle questioni private della scrittrice, non vengono pesati nella giusta maniera. Questo perché messi a confronto ai più accattivanti scoop riguardo la band italiana del momento.
L’endometriosi, la vulvodinia e la neuropatia del pudendo sono i temi che Soleri riuscita a portare in Parlamento, attraverso una proposta di legge. L’obiettivo è quello di riconoscere tali malattie croniche e di fornire le assistenze sanitarie necessarie.
L’iniziativa è stata presentata dal Comitato vulvodinia e neuropatia del pudendo, sponsorizzata dalla stessa Soleri – anche per via della sua esperienza diretta. Nonostante l’apparente sostegno di diversi parlamentari, la strada per arrivare ad un’approvazione della legge è ancora lunga. Il problema è lo stanziamento dei fondi per la cura e la ricerca sulle patologie neuropatiche.
Al di là dei meccanismi ‘maschilisti’ riguardanti l’autorealizzazione femminile nel corso degli anni – la quale sembra ancora divincolarsi con fatica da questi schemi retrogradi – la rabbia di Soleri è data principalmente dal fatto che, per esigenze editoriali, si trascurino i temi più importanti.
La conseguenza è quella di perdere occasioni fondamentali per sensibilizzare il pubblico in merito a battaglie sociali degne di nota. Nel periodo storico in cui le lotte per la parità di genere sono all’ordine del giorno, dover ancora rammendare un’emittente televisiva nazionale per il tipo di comunicazione adottata, è sconfortante.