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Il Ministro Nordio vuole cambiare il reato di concorso esterno in associazione mafiosa

Nelle ultime ore si è scatenata una tempesta sul Ministro delle Giustizia Carlo Nordio dopo che, intervenendo durante l’evento Piazza Italia, organizzato dal coordinamento romano di Fratelli d’Italia, ha sostenuto come vada cambiato il concorso esterno in associazione mafiosa. I primi ad attaccare durante Nordio sono stati proprio i parenti dei Giudici Falcone e Borsellino. Infatti fu proprio Giovanni Falcone a volere fortemente l’introduzione di questo tipo di reato, col fine di combattere la mafia in maniera ancora più dura. Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, dopo le parole di Nordio è però intervenuto sulla vicenda smentendo il volere dello stesso ministro.

Le parole di Nordio
Hanno creato molto scalpore le dichiarazioni effettuate dal ministro della Giustizia Carlo Nordio sul concorso esterno in associazione mafiosa. Nordio ha affermato: “Il concorso esterno non esiste come reato, è una creazione giurisprudenziale. I giudici della Cassazione hanno inventato questa formula abbastanza evanescente che è un ossimoro. Il concetto di concorso esterno è contraddittorio: se sei concorrente non sei esterno e se sei esterno non sei concorrente, Va rimodulato completamente il reato”

Ma in cosa consiste il reato di concorso esterno?
Anche se nel codice penale non esiste una norma che sanzioni espressamente questo reato, la sua punibilità è stata però elaborata dalla giurisprudenza.
Il concorrente esterno nell’associazione mafiosa è colui che, consapevole degli scopi e dei metodi utilizzati da quest’ultima, fornisca un contributo concreto e specifico che abbia l’effetto di conservare o rafforzare l’organizzazione criminale.

Il ruolo di Giovanni Falcone e le condanne politiche
A introdurre l’idea del concorso esterno in associazione mafiosa fu proprio Giovanni Falcone. Infatti, il magistrato era profondamente convinto che senza la complicità di una serie di figure professionali e senza l’aiuto dei cosiddetti ‘’piccoli e grandi cantori’’, la mafia non sarebbe stata in grado di realizzare i propri obiettivi.
Questo tipo di reato ha già determinato le condanne di diversi politici, tra cui Marcello Dell’Utri e Antonio D’Alì, entrambi appartenenti in passato al partito di Forza Italia, ed entrambi condannati in via definitiva per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa.

La sorella di Giovanni Falcone, Maria, è intervenuta sulla vicenda criticando duramente le parole rilasciate dal Guardasigilli Nordio, affermando come: “Cancellare il concorso esterno è uno schiaffo al lavoro di Giovanni, una pietra tombale sulla lotta alla mafia. Fare affermazioni del genere mi porta a chiedere se Giovanni e Paolo, dopo tanto lavoro e dopo tanto dolore, siano morti invano. In tutti questi anni ho cercato di far vivere la memoria e il lavoro di mio fratello e di Paolo, sicura che questo fosse importante per la nostra società. Modificare adesso il concorso esterno significa terremotare i processi. E sarebbe un segnale negativo rispetto ai risultati raggiunti con tanti sacrifici in questi anni”

Lo scontro nel Governo
Chi ha voluto subito prendere le distanze da quanto detto dal Ministro Nordio è stato il Sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano, che ai microfoni del Fatto Quotidiano ha specificato come “il governo non farà alcun passo indietro nella lotta alla criminalità organizzata” e che non siano in programma alcune modifiche sul reato in questione.