Il Governo Meloni decide di tagliare fondi Pnrr anche sul dissesto idrogeologico nonostante la crisi climatica e gli appelli fatti da Mattarella e Musumeci
Il Governo Meloni, tramite il ministro Raffaele Fitto, ha annunciato il taglio di quasi 16 miliardi di euro a nove progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Tra questi progetti, viene segnalato che 1,2 miliardi di euro inizialmente destinati alla gestione dei rischi di alluvione e idrogeologici saranno sottoposti a riduzione dei finanziamenti.
Questo annuncio arriva a seguito dell’intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale ha posto l’attenzione sull’emergenza climatica durante la cerimonia del Ventaglio. Ma non solo Mattarella aveva posto una certa attenzione sul tema, anche il Ministro della Protezione Civile Musumeci aveva affermato: “Questi eventi calamitosi devono invitare Governo e Parlamento aduna serena riflessione. Al netto di ogni sciocco negazionismo bisogna finalmente prendere atto che questa nazione fragile e vulnerabile ha bisogno di una buona cura per poter essere nelle condizioni di affrontare eventi che sarebbe improprio, se non errato, considerare ancora eccezionali“. Appello rimasto però inascoltato.
L’Esecutivo ha deciso di tagliare nove progetti del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (Pnrr) per un valore complessivo di 15,9 miliardi di euro. Questa decisione ha portato a una riscrittura del Pnrr attraverso una proposta che sarà presentata all’Unione Europea.
Il ministro per gli Affari Europei, le Politiche di Coesione e il Pnrr del Governo Meloni, Raffaele Fitto, ha assicurato che i fondi tagliati saranno recuperati con altre fonti. Tuttavia, la misura ha comportato il rinvio dei fondi destinati a progetti riguardanti il rischio idrogeologico e quelli destinati ai Comuni.
Cosa è stato tagliato?
Il ministro Raffaele Fitto ha presentato un dossier di 152 pagine spiegando le modifiche apportate al Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (Pnrr). Nell’ambito di queste modifiche, sono stati eliminati diversi interventi dal Pnrr:
- Interventi di valorizzazione del territorio e di efficientamento energetico dei comuni per 6 miliardi di euro.
- Interventi di rigenerazione urbana per 3,3 miliardi di euro.
- Piani urbani integrati per 2,5 miliardi di euro.
- 1,2 miliardi di euro destinati alla gestione dei rischi di alluvione e idrogeologici.
- 725 milioni di euro per servizi e infrastrutture sociali.
- Poco più di un miliardo di euro per la valorizzazione dei beni confiscati, il verde urbano e la promozione di impianti innovativi
Inoltre, verrà richiesto uno slittamento di 15 mesi per la riduzione dei tempi di pagamento della Pubblica amministrazione, che avrebbe dovuto liquidare le proprie fatture entro 30 giorni entro fine anno, e un rinvio per la riduzione degli arretrati dei tribunali.
Tra gli interventi tagliati dal Pnrr ci sono la ferrovia Roma-Pescara e i due lotti della Palermo-Catania, ma il Ministero dei Trasporti ha precisato che la Roma-Pescara riceverà finanziamenti alternativi e che la scelta di rimodulare i finanziamenti sarebbe dovuta alla situazione ereditata dal precedente governo.
Il motivo principale dei tagli ai progetti del Pnrr è la difficoltà di chiudere tali progetti nei tempi previsti. Il ministro Raffaele Fitto ha spiegato che vi sono delle “difficoltà di rendicontazione e ammissibilità” e una “difficoltà evidente di completare al 100% i lavori entro il 30 giugno 2026”. Questo rischia di comportare la revoca dei finanziamenti da parte della Commissione europea, il che significherebbe dover affrontare il pagamento dei progetti attraverso il bilancio statale.