Il caso dello studente transgender e la carriera alias

IL CASO DEL CAVOUR
Il Cavour è il primo liceo in Italia a consentire a studenti e studentesse di intraprendere la carriera alias, ovvero un accordo di riservatezza tra scuola, studente transgender e famiglia, attraverso cui la persona trans può chiedere di essere denominata con un genere e con un nome da lei scelto, diverso rispetto a quello assegnato alla nascita. Il che rende il caso di discriminazione, se possibile, ancora più grave.

Subito dopo l’episodio, lo studente e i compagni si sono ribellati nei confronti del docente, aspettandosi provvedimenti da parte del Dirigente ed organizzando un flash mob. Sulla questione è intervenuto anche il Ministro dell’Istruzione Valditara, il quale ha dichiarato che: “ci saranno verifiche per appurare se si sia in presenza di un caso di discriminazione”.

Forte è stata la presa di posizione dell’intera comunità scolastica, con il rappresentante degli studenti del liceo Cavour, Emanuele Santoni, che ha rilasciato a CNC le seguenti dichiarazioni: “La nostra posizione è quella di impegnarci affinché le scuole siano veramente inclusive, perché quello che è accaduto da noi avviene anche negli altri licei d’Italia. Noi abbiamo l’opportunità di farlo vedere.” Per questo gli studenti di tutta Italia sono scesi in piazza per manifestare contro le discriminazioni. E ha aggiunto: “Al Ministro chiediamo che approvi le carriere alias in ogni scuola per sensibilizzare e far si che questi casi rimangano isolati, altrimenti non ci sono tutele per gli studenti in questione. Il tema della sensibilizzazione è un tema che va affrontato costantemente nelle classi, nelle assemblee e nelle scuole in generale. Per questo crediamo che la discriminazione all’interno di una scuola sia un fatto molto grave, soprattutto se viene da chi dovrebbe essere insegnare a rispettare e valorizzare le differenze. Questi casi avvengono in tutte le scuole, ogni giorno, magari con espressioni meno gravi, ma il tema è quello di fare un avanzamento culturale.”

MA COS’E’ QUINDI LA CARRIERA ALIAS?
È uno strumento che permette di evitare il misgendering, ovvero l’uso di termini scorretti che potrebbero risultare offensivi. La carriera alias è un profilo burocratico, alternativo e temporaneo. Lo strumento non è accessibile a tutti coloro che ne vorrebbero fare richiesta, ma è riservato alle persone a cui è stata diagnosticata una disforia di genere e che stanno affrontando un percorso di transizione. Le persone non-binarie risultano dunque escluse.

Il tasso di abbandono scolastico degli studenti trans è molto alto a causa di un ambiente spesso chiuso, inadatto e talvolta violento. Il rischio è che tutto ciò sfoci in depressione, ritiro sociale fino ad arrivare ad atti estremi come il tentato suicidio. Gli atenei pubblici che hanno attivato la carriera alias sono 32 su 68.

La prima è stata l’Università di Torino, seguita dalla Federico II di Napoli e dall’Università di Bologna. Finora le scuole superiori che hanno adottato il profilo burocratico sono una decina. Il nome scelto non è però valido legalmente, non può essere per esempio utilizzato nell’attestato di laurea. Ogni istituto ha un suo metodo, e questo complica ulteriormente l’inclusione di più studenti.

Genderlens.org ha proposto un “Regolamento scolastico per la Carriera Alias” che scuole e università potrebbero adottare, dal momento che il Ministero dell’Istruzione non ha ancora fornito linee guida, si tratta di un adeguamento delle documentazioni, riorganizzazione degli spazi, specifica formazione dei docenti ed educazione delle classi all’affettività, alla sessualità e al rispetto di ogni differenza.