Mercenario è un termine che, nella cornice del diritto internazionale – il quale vieta espressamente l’utilizzo degli stessi mercenari – indica:
ogni persona che sia appositamente reclutata, localmente o all’estero, per combattere in un conflitto armato. Che di fatto prenda parte diretta alle ostilità. Che prenda parte alle ostilità spinta dal desiderio di ottenere un profitto personale, e alla quale sia stata effettivamente promessa, da una Parte in conflitto o a suo nome, una remunerazione materiale nettamente superiore a quella promessa o corrisposta ai combattenti aventi rango e funzioni militari similari nelle forze armate di detta Parte. Una persona che non sia cittadino di una Parte in conflitto, né residente di un territorio controllato da una Parte in conflitto. Che non sia membro delle forze armate di una Parte in conflitto. Che non sia stato inviato da uno stato non Parte nel conflitto in missione ufficiale quale membro delle forze armate di detto Stato (fonte: iai.it).
Una Private Military Company o PMC (in italiano, Compagnia Militare Privata o CMP) è quindi un’impresa privata che fornisce servizi di consulenza o di natura prettamente militari nel contesto di un conflitto, assimilabili a quelli offerti dai mercenari.
Ne fanno uso gli Stati durante una guerra ma, spesso, non vi sono documenti ufficiali che lo attestino. Anzi, non vi è tantomeno la prova dell’esistenza delle stesse PMCs.
L’utilizzo delle PMCs
Le PMCs sono composte da combattenti professionisti: si tratta spesso di ex militari, ex poliziotti e così via.
Essi formano una sorta di forza militare d’élite che può svolgere servizi di consulenza e addestramento per gli eserciti. Può anche combattere sul campo ed eseguire missioni speciali con target ben precisi. Inoltre, i contractor – come sono definiti i mercenari delle PMCs – possono essere utilizzati anche al fine di proteggere politici, diplomatici e VIP. I compensi sono ovviamente molto più alti rispetto a quelli percepiti da normali soldati.
Esistono innumerevoli conflitti nei quali sono stati o sono utilizzati contractor. In particolare, si riconosce la mano delle PMCs nelle guerre jugoslave, nella guerra in Afghanistan, nella guerra in Iraq, nella guerra civile siriana e nella guerra del Donbass, recentemente sfociata nell’invasione russa dell’Ucraina.
Nel 2003 si stimava che il giro d’affari delle milizie private valesse circa 100 miliardi di dollari annui.
Blackwater e Wagner Group: i casi più famosi
Al mondo esistono centinaia di PMCs, tra quelle conosciute pubblicamente e quelle di cui ancora non si può accertare la reale esistenza. Tali compagnie sono di molteplici nazionalità: esistono PMCs statunitensi, britanniche, canadesi, russe, sudafricane, israeliane etc.
Le due compagnie più famose della storia sono però la Blackwater e il Wagner Group.
La Blackwater è stata una PMC statunitense, considerata da molti come la più potente e ricca impresa paramilitare che sia mai esistita. L’ideatore fu Eric Prince. Navy SEAL, negli anni ’90 decise di creare un centro di addestramento apposito per forze militari speciali: nel 1997, nella Carolina del Nord, nacque la Blackwater.
Già durante il primo anno le entrate monetarie furono molto alte, toccando i 400.000 dollari. Il punto di svolta avvenne però con l’11 settembre: nella c.d. ‘operation enduring freedom‘.
Missione di ritorsione in Afghanistan per la caduta delle Torri Gemelle, l’amministrazione Bush e la CIA utilizzarono la compagnia di Prince, priva di restrizioni politiche o di interesse nel mantenere un certo tipo di immagine agli occhi dell’opinione pubblica, per inviare militari dalla dubbia reputazione.
In questo modo la Blackwater ottenne un primo contratto in Medio Oriente. Quando Lewis Paul Bremer venne incaricato di guidare l’Afghanistan verso la democrazia, divenne presto uno dei funzionari più minacciati al mondo: a suo avviso fu solo grazie alla PMC che uscì indenne dalla missione.
Grazie al budget milionario concesso alla Blackwater, l’organizzazione era in grado di pagare i propri soldati cifre molto alte: ben 600$ al giorno, ovvero 18.000$ al mese e 216.000$ all’anno. L’attività crebbe in fretta, tanto che, tra il 2003 e il 2004, il fatturato vide una crescita esponenziale del 400%.
La fine della Blackwater avvenne solo a causa dell’incidente di ‘Nisour square‘ avvenuto nel 2007. L’aiuto del governo fu provvidenziale per l’espansione della società, ma un errore fatale in missione, portò la stessa amministrazione a denunciare l’organizzazione. Dopo aver cambiato nome in Xe Services, non riuscì comunque ad arrestare la propria caduta.
Wagner Group e la Russia di Vladimir Putin
Il Wagner Group, invece, è una PMC russa tuttora operativa.
Si tratta della compagnia paramilitare più efficiente del pianeta. E’ al servizio – ovviamente in via non ufficiale – di Vladimir Putin, che ne usufruisce in varie parti del mondo tra cui Siria, Libia, Sudan, Madagascar, Venezuela, Ucraina e così via.
Questa PMC dispone anche delle c.d. ‘troll armies‘, che cercano di influenzare, attraverso Internet e i social media, le elezioni in Occidente. Dietro al Wagner Group vi è Yevgeny Prigozhin: chiamato anche lo ‘Chef di Putin’.
L’imprenditore russo iniziò come venditore di hot-dog e, dopo aver espanso la propria attività negli anni ’90 fino a diventare proprietario di ristoranti di lusso, riuscì ad entrare in contatto con l’attuale presidente nel 2001, quando Putin andò a cena in uno dei suoi locali.
Il Wagner Group nacque nel 2014, con la guerra per l’annessione della Crimea dall’Ucraina alla Russia: il Cremlino decise di appoggiarsi ai soldati della PMC: i “piccoli uomini verdi’.
L’attività si dimostrò subito proficua anche per i combattenti. In tre mesi, un mercenario della Wagner poteva guadagnare anche un milione di rubli, ovvero 16.000 dollari. Una cifra circa 10 volte maggiore rispetto allo stipendio di un normale militare. Il compenso per i comandanti era anche più alto.
Inoltre, in caso di morte in battaglia, le famiglie ricevevano circa 56.000 dollari. Il Wagner Group divenne ben presto l’arma segreta preferita da Mosca, che poteva utilizzare la PMC per la propria politica estera espansionistica e, allo stesso tempo, negare pubblicamente il proprio coinvolgimento nei conflitti.
Il collegamento con Prigozhin è chiaro: gli interessi dell’imprenditore sono perfettamente allineati con quelli del governo russo e di Putin, ergo con le mosse del Wagner Group.
Mercenari: un pericolo in costante ascesa
In generale, l’utilizzo di milizie private risulta conveniente agli occhi di un Paese in guerra. I contractor sono c.d. militari “senza famiglia”.
Ciò sta a significare che, a differenza di un normale soldato, quando un membro delle PMCs viene ucciso in missione, lo Stato non deve preoccuparsi di recuperare il corpo, né di identificarlo o, tantomeno, celebrarne il funerale.
Piuttosto, normalmente è riconosciuta una cifra da parte dell’impresa privata alla famiglia, se così dispone il contratto che legava il combattente alla compagnia. Si possono definire dei “soldati fantasma” che ufficialmente non esistono.
Questo porta ad un aspetto molto pericoloso. Se tali combattenti non sono riconosciuti e non esiste ad oggi una precisa definizione nel diritto internazionale, essi sono liberi – e spesso hanno addirittura l’ordine – di compiere atti di una brutalità e violenza inaudita.
Le PMCs sono infatti responsabili di stragi, stupri e depredazioni, altra ragione per cui un governo che decide di ingaggiarli preferisce non renderlo pubblico. Lo status giuridico dei contractor non è quindi ben delineato. Essi possono anche non agire secondo il diritto bellico ed il diritto internazionale umanitario ma, se catturati e sprovvisti di un valido documento identificativo fornito dall’esercito cui si affiancano, non sono necessariamente riconosciuti come prigionieri di guerra. Non godono quindi dei diritti riconosciuti ai combattenti “legittimi”.
L’ascesa delle Compagnie Militari Private sembra non aver subito ancora battute d’arresto, anzi. Se, all’inizio della guerra in Iraq nel 2003, per ogni dieci soldati statunitensi vi era un contractor, dal 2007 il numero di contractor ha superato quello delle forze USA effettivamente impegnate nel conflitto.
Secondo Freedonia, proprio negli Stati Uniti si prevede che i ricavi dei servizi di sicurezza privata “aumenteranno del 3,4% all’anno fino al 2023 fino a raggiungere 80 miliardi di dollari“.