Le ultime elezioni comunali, svoltesi ad ottobre, hanno registrato un alto livello di astensionismo, in particolare tra gli under 30. Dato che porta a interrogarsi: i giovani non si fidano più della politica?
LA PARTECIPAZIONE ALLE ULTIME ELEZIONI
In tutte le città in cui ci si è recati al voto si è potuta constatare una scarsa partecipazione dei giovani: ad esempio, nella Capitale – secondo quanto riportato dall’Osservatorio SWG – il 66% degli elettori tra 18 e i 34 anni non si è recato alle urne. Percentuale nettamente più alta rispetto agli over 55, il cui tasso di astensione è pari al 48%.
La situazione non migliora nel Nord Italia dove sia a Torino che a Trieste, sempre secondo l’Osservatorio, non ha votato il 69% degli studenti.
PERCHÈ I GIOVANI NON VOTANO PIÙ?
La domanda da porsi è: perché i giovani non votano? I motivi sono molti. Tra questi, secondo un sondaggio dell’Istituto Piepoli, a spiccare sono la poca fiducia nei politici (60%) e la convinzione che gli stessi “facciano solo i propri interessi” (42%).
Un altro dato negativo indica come più della metà dei 18enni non ha partecipato a nessuna manifestazione di stampo politico o sindacale negli ultimi due anni. Sempre secondo l’Istituto, solo il 48% dei 18enni si ritiene molto o abbastanza interessato alla politica.
COME INVERTIRE LA TENDENZA?

Cosa potrebbe avvicinare i ragazzi alla politica? Un sondaggio SWG evidenzia come, secondo i giovani, in primis occorra una dimostrazione dell’onestà intellettuale dei candidati, oltre alla necessità di avere politici “più competenti” anche sul piano tecnico, che utilizzino “un linguaggio più vicino a quello dei giovani”. Il tempo per provare ad invertire questa tendenza c’è, ma bisogna che la classe politica riconquisti la fiducia nei cittadini.
Nel 2023, infatti si terranno le elezioni politiche e, ad oggi. Solo il 59% degli elettori è disposto ad andare a votare, mentre il 29% non è motivato ad andare alle urne e il 12% che non ha nessuna intenzione di votare.
LA FIDUCIA NEI COETANEI
Allo stesso tempo va sottolineato come ci sia stata una grande differenza tra gli under 25 che si sono candidati in due delle città italiane più importanti, ovvero Roma e Milano: se nella corsa al Campidoglio nessun under 25 ha ottenuto la fiducia dei cittadini, lo stesso non si può dire della città meneghina, dove c’è stato un vero boom di millennials eletti.
Milano è stata anche la città con la maggiore partecipazione giovanile al voto, a dimostrazione che quando i ragazzi vanno a votare spesso danno fiducia ai loro coetanei.