I ghiacciai della Groenlandia settentrionale si stanno rapidamente disintegrando

I ghiacciai della Groenlandia settentrionale si stanno rapidamente disintegrando. A certificare il disastro è lo studio di un gruppo di ricercatori dell’Università di Grenoble Alpes in Francia, denominato “Rapid disintegration and weakening of ice shelves in North Greenland”, pubblicato sulla rivista Nature.

Perché è importante la salvaguardia dei ghiacciai della Groenlandia settentrionale

I ricercatori francesi ci ricordano che i ghiacciai della Groenlandia settentrionale sono importantissimi per l’intero ecosistema in quanto ospitano una massa di ghiaccio sufficiente ad innalzare il livello del mare di 2,1 metri. Questi ghiacciai sono stati a lungo considerati stabili, ma ora mostrano segni evidenti del progressivo stress a cui sono stati sottoposti negli ultimi decenni.

Il loro monitoraggio è importante in quanto la Groenlandia settentrionale è sostenuta dalle ultime piattaforme di ghiaccio rimaste della calotta glaciale.

I presupposti dello studio

I ricercatori, partendo dal presupposto che, ad oggi, non esiste una panoramica completa dell’evoluzione di queste piattaforme di ghiaccio, hanno ritenuto di approfondirne lo studio.

Lo scopo del Team universitario francese è quello di analizzare i tempi e i fattori determinanti dei cambiamenti, storici e attuali, delle piattaforme di ghiaccio, per prevedere il contributo della Groenlandia all’innalzamento del livello del mare.

Condotto attraverso l’uso di migliaia di immagini satellitari e di modelli climatici, lo studio ha permesso di analizzare le interazioni tra ghiacciai, clima e oceano nella Groenlandia settentrionale.

I risultati

L’analisi mostra che, a partire dal 1978, le piattaforme di ghiaccio nel nord della Groenlandia hanno perso più del 35% del loro volume totale. Tre di esse sono crollate completamente a causa dell’aumento delle temperature globali degli oceani.

Per quanto riguarda le cinque piattaforme di ghiaccio galleggianti rimaste, i ricercatori osservano un aumento diffuso delle perdite di massa per effetto dell’aumento dei tassi di fusione basale. Circa due terzi di questa fusione è attribuito alle dinamiche glaciali, mentre la parte restante è dovuta all’aumento della fusione in superficie. Questo fenomeno si registra a partire dal 2000 e segue da vicino un aumento della temperatura dell’oceano.

In sostanza, negli ultimi 20 anni, è stato perso più ghiaccio di quanto ne sia stato guadagnato, a causa dell’indebolimento e del collasso di alcune estensioni galleggianti dei ghiacciai.

Le perdite di massa di ghiaccio hanno influenzato la stabilità dei ghiacciai adiacenti, che continueranno a ritirarsi per effetto del progressivo riscaldamento dell’oceano.

Sulla base delle proiezioni future del riscaldamento oceanico, i risultati dello studio suggeriscono che i tassi di fusione basale continueranno ad aumentare o rimarranno a livelli elevati. Se ciò avverrà, si potranno avere conseguenze drammatiche per la stabilità dei ghiacciai groenlandesi e per l’intero ecosistema.