L’outing forzato della compagna di Schlein è un problema

E’ giusto che la vita privata dei politici diventi di dominio pubblico?

In queste settimane sono state trapelate le foto della compagna della neo segretaria del PD, la cui identità è stata tenuta nascosta volontariamente fino a quel momento.

Elly Schlein non ha mai nascosto di avere una relazione con una donna, celebre fu il suo discorso di meloniana ispirazione sull’essere una donna che ama un’altra donna. Ma tutto ciò c’entra con l’aver rivelato l’identità della giovane compagna di Schlein?

La risposta è no e non è nemmeno la prima volta che la vita privata di un politico venga esposta in maniera così mediatica.

Matrimoni in vista, tradimenti, ritorni di fiamma, nulla di tutto ciò sembrerebbe propedeutico per il benessere comune, eppure la necessità di annullare ogni tipo di privacy imperversa forte tra i giornalisti.

La fama implica una consapevole accettazione di rinuncia alla privacy ma il limite tra lo scoop e la decenza è estremamente labile. Il rischio più forte è di legittimare la violazione sistematica della privacy da parte dei paparazzi

Il mestiere del paparazzo non nasce di certo oggi ma un limite forse c’è

La soluzione per preservare la privacy sembrerebbe essere non uscire più di casa e probabilmente non sarebbe abbastanza.

La tutela della privacy è un argomento molto sentito in questi anni e, se per i diretti interessati vi è una certa rassegnazione, quando ad essere colpiti sono gli affetti dei ”VIP” inseguiti dai paparazzi la situazione si fa ben diversa.

Per la compagna di Elly Schlein vedere rivelato il suo nome, insieme al suo orientamento sessuale, senza il suo consenso sarebbe potuto essere psicologicamente devastante.

La ragazza ha ammesso di avere una rete amicale e familiare stabile e che la sostiene, ma se così non fosse stato?

”Comunicare a mezzo stampa un’intimità affettiva di una persona è un atto ingiusto e si chiama outing”, così ha dichiarato Paola Belloni, compagna di Schlein, in un post su Instagram.

La pericolosità di questo fenomeno è fortemente sottovalutata dai media che, non considerando le possibili conseguenze che una rivelazione di questo tipo potrebbe avere, calpestano la volontà espressa da ”VIP” e non.

Se per questa storia c’è stato un lieto fine, con Belloni che a fine post è riuscita a ironizzare sull’evento, non tutti gli appartenenti alla comunità LGBTQ+ godono delle stesse sicurezze affettive.

Diversi infatti sono i casi di outing forzati che hanno portato le vittime di questo fenomeno a compiere gesti estremi causati dal disagio o senso di vergogna che la società ha intrinsecamente impresso.

In un contesto storico di consapevolezza e libertà di espressione, cominciare a domandarsi se esisterà mai un limite oltre il quale non sarà possibile avanzare in tema di privacy è più che coerente con il percorso tracciato.