Anche se non viene classificata come disturbo, la sindrome dell’impostore riguarda tutti coloro che non riescono a dar valore ai propri traguardi
Per definizione la sindrome dell’impostore fa vivere a chi la prova un forte senso di inadeguatezza sulle proprie competenze, convincendosi così di non meritare ciò che si è raggiunto.
Il timore di essere smascherati davanti a tutti
La continua competizione, sia in campo studentesco che lavorativo, a cui siamo esposti ogni giorno può far dubitare anche i più virtuosi delle proprie capacità.
”Oggi ho avuto fortuna, ma le prossime volte non andrà così”, questa e frasi simili albergano costantemente nella testa degli ”impostori”.
La sindrome dell’impostore è strettamente collegata al benessere psicologico dei ragazzi che, non percependo la sensazione di essersi impegnati a sufficienza, non si concedono abbastanza momenti di riposo e appagamento.
Nel brano di chiusura dell’ultimo album di Ernia l’argomento è proprio questo disagio, il rapper si interroga dicendo ”Mi chiedo correndo il rischio : è fortuna oppure tempismo? Per quanto mi ci dedico e quanto io sia dedito, perchè io si e non loro? Siamo uguali al primo gemito”
Chiedersi perché noi e non gli altri è sinonimo di una forte insicurezza, a cui probabilmente in molti sono stati abituati per anni.
Sindrome dell’impostore: una questione di genere?
Secondo i dati di KPMG il 75% delle donne dirigenti ha sperimentato la sindrome dell’impostore mentre il 74% crede che i colleghi uomini non abbiano vissuto gli stessi disagi.
Sebbene non esistano conferme sulla disparità di genere nelle statistiche di chi vive le stesse insicurezze, le categorie che hanno storicamente lottato maggiormente per ottenere un trattamento egualitario sono le più esposte.
Per una donna convivere con la sindrome dell’impostore può significare affrontare una doppia battaglia: contro sé stessa e contro il giudizio della società.
Dimostrare di aver ottenuto i propri traguardi professionali convincendo gli altri di non esser giunte dove si è grazie al proprio corpo (stereotipo ormai fortemente radicato in molti luoghi di lavoro) è per molte donne ai limiti dell’impossibile.
Cosa poter fare per affrontare il senso di inadeguatezza
Lavorare su sé stessi è un processo che richiede tempo ed energie non indifferenti, rivolgersi ad uno specialista potrebbe accelerare questo percorso.
Regalarsi dei momenti di gratificazione è il primo passo per convincersi che nulla di ciò che facciamo è dovuto o meno importante rispetto a quanto fatto da altri.