È stata trasmessa solo poche settimane fa l’ultima puntata della prima stagione di House of the Dragon, prequel dell’acclamatissima serie di HBO Game of Thrones, andata in onda tra il 2011 e il 2019, che a sua volta è l’adattamento televisivo dei romanzi fantasy scritti da George R.R Martin.
Il successo ottenuto aveva fatto sì che le aspettative del pubblico fossero notevoli nei confronti del nuovo show televisivo, e il rischio di dar vita ad uno spettacolo banale e senza vita propria era di non poco conto. Alla luce di quanto visto finora, possiamo dire che i timori erano del tutto infondati.
Gli sceneggiatori e il cast sono riusciti a ripagare la fiducia che gli spettatori riponevano nei confronti di House of The Dragon e a conquistare nuovamente il loro interesse per le vicende che riguardano l’ambitissimo trono di spade, dal quale si domina su Westeros, uno dei quattro continenti del mondo immaginato da Martin. Infatti, il primo episodio è stato visto da ben 10 milioni di statunitensi nella sola prima notte di disponibilità, battendo il precedente record di audience più vasta per il debutto di una serie di HBO.
La prima stagione di House Of The Dragon
La storia narrata inizia 190 anni prima degli eventi di Game of Thrones e descrive il cosiddetto inizio della fine della casa Targaryen, resa iconica per i lunghi capelli biondo platino dei suoi membri, che aveva regnato ininterrottamente per quasi trecento anni a Westeros. Il tutto prende il via quando il Re Jaehaerys, privo di discendenti maschi, che secondo la legge in vigore hanno la precedenza sulle controparti femminili, sceglie come suo successore il nipote, Viserys I.
A partire da questo momento, si sviluppa un intreccio narrativo in cui non mancano intrighi di corte, amori improbabili e impossibili e, soprattutto, lotte intestine per riuscire a sedersi sul famigerato trono. House of the Dragon, al pari del Trono di Spade, sembra proprio mostrarci che l’ambizione umana non conosce alcun limite, neppure all’interno della stessa casata. I legami, che siano di amicizia o di sangue, sono le principali vittime all’interno della serie e la lealtà è quasi una controfigura.
La nuova serie, tuttavia, è in grado anche di differenziarsi dal suo sequel per l’attenzione maggiore di cui gode nel complesso la numerosissima famiglia Targaryen, mentre in Game of Thrones veniva attribuita maggior importanza ai punti di vista delle svariate casate nobiliari. House of the Dragon impiega qualche episodio in più per centrare i punti focali delle varie sottotrame, per sottolineare la centralità della dinastia regnante, accentratrice di potere e attenzioni.
Quello che colpisce maggiormente il pubblico, soprattutto nei primi episodi, è il ritmo particolarmente compassato. Le scene d’azione sono piuttosto limitate, gli eventi davvero significativi si possono contare sulle dita di una mano. Tuttavia, vi sono tutti gli elementi per presupporre che sia stata una scelta voluta dagli sceneggiatori che hanno inteso ritagliarsi uno spazio significativo dedicandolo ad una miglior caratterizzazione dei personaggi, attraverso l’uso ripetuto di dialoghi introspettivi che consentissero di capire meglio la loro differente psicologia.
La preferenza che viene accordata agli intrighi di palazzo e alle cospirazioni è utile a rendere l’importanza della posta in gioco. Nell’ultimo episodio risultano chiari quali sono i motivi di frizione tra i vari rami della famiglia Targaryen, e di conseguenza quali saranno gli schieramenti nella seconda stagione.
La cosiddetta “danza dei draghi” – creature con le quali i Targaryen hanno un rapporto unico fin dalla nascita, tanto da poterli cavalcare e comandare in alto valyriano, lingua un tempo dominante -, espressione con la quale si allude alla guerra per la successione al trono che distruggerà la casa Targaryen, sta per iniziare e l’azione ed i colpi di scena a cui Game of Thrones ci aveva abituati non mancheranno.
Uno degli aspetti negativi è legato alla stessa natura della serie: il fatto di essere ambientata 190 anni prima degli eventi di Game of Thrones rende necessario effettuare dei numerosi salti temporali in avanti anche di 10 anni. Questo può rendere difficile l’affezionarsi a determinati personaggi, dal momento che può capitare che altri attori li interpretino per via del salto temporale ma può anche causare un certo spaesamento nelle persone che non sono fan accaniti della serie stessa.
L’intervista a George R.R Martin (SPOILER ALERT!!!)
Martin, in un’intervista rilasciata a Random House, casa editrice che pubblica i suoi romanzi negli USA, ha rivelato al pubblico alcuni retroscena. Ad esempio, lo stesso autore avrebbe voluto dare il via alla storia 40 anni prima rispetto a quanto è poi avvenuto, così da avere ancora più salti temporali e cambi generazionali di attori, con il rischio di perdere pubblico.
Un altro sceneggiatore, a quanto pare, avrebbe preferito iniziare la serie a partire dalla morte del re Viserys, evento che avviene solo nell’ottavo episodio e che ci avrebbe privato di un’interpretazione magistrale dell’attore che lo interpreta, Paddy Considine. Nella scena troviamo Viserys, ormai gravemente malato di lebbra, che sale per l’ultima volta sul trono di spade per difendere i diritti della figlia e dei suoi discendenti, in una scena ricca di pathos e di pietas familiare.
Anticipazioni sulla seconda stagione di House Of The Dragon (SPOILER ALERT!!!)
È stato annunciato già da tempo che ci sarà una seconda stagione e non mancheranno i colpi di scena fin da subito. Miguel Sapochnik, colonna portante di Thrones e co-creator della prima stagione di House of The Dragon, ha annunciato in un comunicato che non si occuperà più della serie. Le riprese della seconda stagione dovrebbero cominciare nei primi mesi del 2023, secondo quanto dichiarato dall’altro co-creatorRyan Condal. È stato lo stesso Condal a non escluderne l’uscita entro la fine del prossimo anno, per quanto improbabile sia.
Cosa ci possiamo aspettare dai nuovi episodi? Guerre, distruzione e nodi che vengono al pettine.Rhaenyra, figlia del compianto re Viserys, ha cercato di essere saggia e di evitare la guerra contro Alicent, moglie di suo padre ed ex amica, ma la morte del figlio minore di Rhaenyra causata dal drago del figlio di Alicent ha compromesso quel fragile equilibrio che si era stabilito.
La casata Targaryen è ormai ufficialmente divisa, ed entrambe le parti cercheranno di guadagnare il sostegno degli altri nobili di Westeros. Questo porterà ad un ampliamento del raggio di azione della serie ed alla scoperta di nuovi mondi, fin qui inesplorati. Nella stessa intervista, Condal ha rassicurato i fan, affermando che c’è ancora molto da fare. E noi non vediamo l’ora.