Giornata mondiale del latte: parliamo di intolleranza

Il latte è una delle bevande più consumate al mondo, eppure la metà della popolazione mondiale è intollerante al lattosio.

Perché siamo o diventiamo intolleranti

Il latte contiene lattosio, uno zucchero la cui digestione è determinata dalla presenza dell’enzima lattasi. In assenza di quest’ultimo, la fermentazione dello zucchero nell’intestino ha conseguenze sulla salute più o meno critiche in base al grado di intolleranza.

L’attività dell’enzima si riduce in quasi tutti i mammiferi con l’avanzare dell’età dello svezzamento, durante cui la dieta diventa più variegata e non esclusivamente a base di latte. Per questo motivo, con il progredire dell’età adulta alcuni individui “sviluppano” l’intolleranza all’alimento, mentre per altri il consumo giornaliero rappresenta un incentivo alla proliferazione di una flora batterica in grado di agire sui prodotti della fermentazione, ridimensionando le conseguenze dell’intolleranza.

Alla fine dell’800 alcuni medici iniziarono a raccomandare il consumo di latte in quanto alimento digeribile da tutti. Invece, al contrario di quanto si pensasse, è proprio negli individui non intolleranti che si verifica un’anomalia genetica, chiamata persistenza da lattasi.

“E’ vero che dopo lo svezzamento la lattasi subisce una riduzione fisiologica, e quindi è utile ridurne il consumo con la crescita per evitare i disturbi gastrointestinali tipici dell’intolleranza. E’ anche vero, però, che la lattasi è un enzima inducibile, cioè la cui produzione da parte del nostro organismo è stimolata da una assunzione costante nel tempo”

Giuseppina Bentivoglio, biologa nutrizionista

Distribuzione del fenomeno

10mila anni fa, grazie all’impiego strutturale della pastorizia da parte di alcune popolazioni, la diffusione del gene che garantisce la digeribilità del latte in età adulta ha rappresentato un vero vantaggio evolutivo, che permetteva maggiori possibilità di sopravvivenza a coloro che ne erano provvisti. La produzione della lattasi è regolata da un singolo gene, la cui trasmissione dipende dalla presenza di questo in almeno uno dei due genitori.

Il fenomeno ha una distribuzione geografia disomogenea: gli irlandesi sono tra i più tolleranti al lattosio, mentre si stima che in Cina, nel sud dell’America e dell’Africa si arrivi ad avere picchi di intolleranza dell’80-90%. 

 

 

La capacità di digerire il latte, grazie alla presenza in alcuni individui dell’enzima lattasi, è un eccezionale esempio di selezione naturale della specie umana, che nel corso della storia si è adattata a produrre questo enzima in quanto origine di un vero vantaggio evolutivo. Il genetista Luca Cavalli Sforza, ha infatti definito la capacità di utilizzare il lattosio da adulti «un esempio importante di una mutazione vantaggiosa che si è presentata nel corso dell’evoluzione umana recente».