Gioia Boldrini, in servizio alla Direzione nazionale antimafia, è ai domiciliari per associazione a delinquere finalizzata all’estorsione e usura. Dava prestiti a vari esercenti come ristoranti, bar e parrucchieri a Roma. Dopo tre mesi andava a chiedere loro gli interessi che si aggiravano tra il 10% e il 70%. Insieme a lei lavoravano altri complici come il figlio, l’ex marito, e l’attuale compagno. Le zone maggiormente battute erano i quartieri Marconi, Garbatella e Piramide.
Grazie all’inchiesta capeggiata da Giovanni Conzo, procuratore aggiunto di Roma, otto soggetti implicati in questa storia sono agli arresti. A far insospettire la Squadra Mobile di Roma è stato un commerciante che si era rivolto al figlio della Boldrini, Valerio Garofalo. Inizialmente il 38enne con residenza a Tenerife gli aveva proposto un tasso d’interesse minimo, per poi rigonfiarlo in poco tempo. Seccato da chi non riusciva a ripagarlo con le giuste tempistiche, minacciava i clienti con frasi come questa: “Mo’ ti faccio male, ti mando a spaccare tutto. Mi so’ stufato, so 4 anni, mi mandi una piotta quando ti capita”. Un suo aiutante, Maurizio Cortellini, lo raggiungeva a Tenerife per consegnarli i soldi. Tutti e due sono attualmente in carcere. Le indagini si sono svolte tra giugno del 2020 e marzo del 2021.
La gip Annalisa Marzano ha definito Gioia Boldrini come “Estremamente camaleontica” ed ha specificato che la funzionaria antimafia è parsa più volte avvantaggiarsi della propria posizione lavorativa.