“Il messaggio è chiaro, lo Stato c’è. Integreremo gli organici” sono le parole della Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese nei giorni seguenti allo scoppio di 7 ordigni nel foggiano.
Durante il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza presieduto in Prefettura la ministra ha annunciato inoltre l’arrivo di 50 speciali agenti antimafia per consolidare i controlli contro la criminalità organizzata in Puglia.
Lamorgese sottolinea come negli ultimi tempi nel foggiano ci sono state 400 misure cautelari con confische di patrimoni ingenti per quasi 30 milioni di euro e ad essi risponde così: “Occorre un intervento strutturale che da solo può consentire efficaci risposte alle varie fenomenologie criminali che insidiamo il territorio”.
Secondo la sottosegretaria alla giustizia Anna Macina e il procuratore capo Ludovico Vaccaro i rinforzi sono previsti anche per l’attività giudiziaria con l’aumento anche del personale amministrativo. Questo innesto è finalizzato ad aiutare il lavoro delle DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) di Foggia e Bari che stanno operando congiuntamente sul territorio foggiano.
I dati
Solo l’anno scorso ci sono state 13 operazioni antimafia a Foggia che però ha visto il suo tasso di criminalità scendere solo del 0.9%. I reati più commessi sono quelli di usura e estorsione, ma rispetto all’anno scorso si registra una leggera flessione da 159 casi nel 2020 a 110 nel 2021.
Nodo fondamentale del discorso di Lamorgese riguarda le denunce. “C’è difficoltà a convincere le persone a denunciare. Bisogna stare dalla parte dello Stato” ammonisce la ministra che rimarca l’importanza delle associazioni nel supportare la popolazione e far capire che denunciare significa stare dalla parte del giusto.
La conferenza stampa e i rinforzi antimafia si sono resi necessari in seguito allo scoppio di 7 bombe tra Foggia e San Severo. A questi episodi si aggiunge anche un incendio, causato anch’esso da ordigno, a Vieste.
Al termine della conferenza il comitato ha sancito la nascita della prima associazione antiracket intitolata ai fratelli Luigi e Aurelio Luciani, vittime di un agguato mafioso del 2017 per mano di Luciano Romito. Al termine dell’inaugurazione Lamorgese si è diretta poi all’università per estendere il suo messaggio agli studenti, per sensibilizzare e coinvolgere i più giovani al fine di porre fine allo stigma della mafia in Puglia.