L’Istituto Superiore di Sanità ha analizzato il consumo di alcol in Italia, mettendo in evidenza alcune problematiche. Una di queste scaturisce dal rapporto che gli italiani hanno con le feste, in particolare con il comportamento alimentare che, condizionato da un clima di generale lassismo, scardinato dalle regole della rigida routine quotidiana, apre le porte ad un maggior consumo di alcool.
I dati raccolti dalle sorveglianze di popolazioni “Passi d’argento”, coordinate dall’ISS, raccontano che meno della metà degli adulti fra i 18 e i 69 anni dichiara di non bere alcol, e quasi 1 persona su 6 ne fa un uso “rischioso” per la salute, a causa della quantità o della modalità di assunzione (Fonte: Istituto Superiore di Sanità 2020-2021).
La fascia d’età più colpita è quella dei giovani fra i 18 ed i 24 anni, uomini e persone socialmente più avvantaggiate, ovvero senza difficoltà economiche o con un alto livello di istruzione. Geograficamente invece, le zone più a rischio sono quelle del Nord Italia, in particolare del Nord-Est, che registrano un record per la maggior assunzione di alcol, il più alto consumo fuori pasto e l’elevata presenza di consumatori che tendono all’eccesso.
Le “abitudini alcoliche” nazionali dimostrano che il vino è la bevanda alcolica più diffusamente consumata. La birra è preferita dagli uomini dell’Italia nord-orientale, gli aperitivi e i super alcolici dalle donne dell’Italia nord-orientale e gli amari dagli uomini dell’Italia meridionale.
Un fenomeno frequente in queste zone è quello del binge drinking, ovvero l’atto occasionale di assumere grandi quantità di alcol per raggiungere velocemente lo stato di ubriachezza, con una conseguente potenziale esposizione dei più giovani a rischi elevati per la propria salute, come lo è per esempio il coma etilico.
“Il consumo di bevande alcoliche tra i giovani permane una criticità che suggerisce di mantenere alta l’attenzione su questa fascia di popolazione. Il fenomeno è comunque differenziato per genere, tra i ragazzi è circa il doppio rispetto alle ragazze. Tra i comportamenti a rischio nel consumo di bevande alcoliche tra i giovani il binge drinking rappresenta l’abitudine più diffusa e consolidata”
Relazione al Parlamento 2020 del Ministero della Salute
Il fenomeno è strettamente legato alla piaga sociale che affligge la popolazione giovanile, ovvero il sopraggiungere di incidenti stradali derivante da uno smodato consumo di bevande alcoliche, corrispondente alla prima causa di morte per i giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni.
L’aumento sensibile del consumo di bevande alcoliche legato a questo fenomeno è stato registrato a partire dal 2008. Allo scoppio della pandemia è stato registrato un rallentamento, ragionevolmente legato alle poche occasioni di interazione sociale. Il consumo è poi risalito in concomitanza dell’allentamento delle restrizioni.