La NASA ha annunciato un ambizioso piano per trasferire astronauti, robot e scienziati sulla superficie lunare entro il 2030. Questa iniziativa segna un passo significativo verso una presenza sostenibile e permanente dell’umanità sulla Luna.
Negli ultimi mesi, la NASA, insieme ai suoi partner internazionali, compresa l’Italia, sta lavorando per rendere possibile un trasferimento extraterrestre verso la Luna entro il 2030. Howard Hu, program manager per la capsula Orion della NASA, ha rivelato l’intenzione dell’agenzia governativa americana di rendere la superficie lunare abitabile nel prossimo decennio, consentendo un graduale spostamento dalla Terra.
Mentre la Cina e la Russia hanno ipotizzato l’arrivo della International Lunar Space Station sulla Luna entro il 2036, la NASA mira a battere la concorrenza anticipando i tempi. Con il programma Artemis, l’obiettivo è quello di realizzare una permanenza continua dell’essere umano sul satellite terrestre. Anche l’industria spaziale italiana si è schierata per contribuire a realizzare questo obiettivo il prima possibile.
Per raggiungere il ritorno dell’uomo sulla Luna e far sì che un equipaggio alluni entro il 2030, la NASA dovrà compiere diversi passi. In primo luogo, dovrà mettere a punto una versione modificata della navicella Starship di SpaceX, fondata da Elon Musk, che ha vinto l’appalto negli anni passati. Soltanto dopo una serie di test sarà possibile lanciare il veicolo nello spazio, con il primo volo previsto per febbraio 2023.
Successivamente, sono previsti due passi fondamentali. Il primo riguarda la realizzazione di una cisterna da lanciare in orbita terrestre, dove le Moonship si riforniranno prima di raggiungere la Luna. Il secondo passo sarà l’allunaggio di prova senza equipaggio, attualmente programmato entro la fine del 2024.
Questo progetto rappresenta un importante traguardo per l’agenzia spaziale statunitense, poiché la creazione di una base lunare permetterà di condurre ricerche scientifiche approfondite sulla superficie del nostro satellite naturale. Inoltre, la presenza di una struttura permanente consentirà di sviluppare tecnologie e abilità necessarie per affrontare future missioni spaziali.