Ecco perché il wrestling non è finto

“Il wrestling è finto” è la frase che si sente per eccellenza quando qualcuno tira fuori il mondo del “wrestling”. Nell’immaginario pubblico, soprattutto in Italia, la disciplina del wrestling viene definita pura finzione. 

La compagnia più famosa al mondo è la WWE che negli ultimi anni sta avendo anche una compagnia rivale: la AEW. Le compagnie di Wrestling sono molte in tutto il mondo e tutte propongono qualcosa di diverso della disciplina. In Italia ci sono diverse federazioni dalle quali sono nate stelle affermate nel panorama internazionale.

MA COS’È PRECISAMENTE IL WRESTLING?

È un storia raccontata attraverso un susseguirsi di mosse tra due o più lottatori all’interno di un ring. Agli occhi delle masse sembrerebbe parlare di uno sport finto, dove degli attori cercano di imporsi sul proprio avversario senza colpirli veramente. Così, non è. Ogni incontro è diverso e ha intenzioni diverse nei confronti del pubblico.

Il wrestling non è finto ma pre-determinato. Basta vedere i vari colpi con le rincorse, i tuffi e le varie cadute per capire che non si può scappare dal dolore. Si tratta di vero dolore e di colpi che solo loro possono prendere. Gli atleti della WWE, AEW e delle varie compagnie sono degli esperti che si sottopongono a intensi allenamenti ed enormi rischi e se si da una minima attenzione ad un qualsiasi incontro si percepisce la veridicità e la difficoltà dell’incontro. 

E per quanto riguarda il fatto che è pre-determinato? Il wrestling è la perfetta fusione tra sport e spettacolo. Gli incontri raccontano una storia e sono spesso costruiti. C’è un buono, c’è un cattivo. C’è qualcuno di super tifato e qualcuno di meno tifato. Ci sono delle fasi precise che lavorano sulla psicologia del pubblico con la rivalsa del buono o il dominio del cattivo e in tutto ciò i wrestler collaborano tra loro. Sanno quando uno dei due deve essere messo sotto e così incassano meglio le mosse e le fanno apparire molto più spettacolari. Infine, entrambi i lottatori sanno chi andrà poi a vincere l’incontro. 

“MA ALLORA NON È UN INCONTRO VERO DAI. CHE SENSO HA SAPERE SE PERDERAI O VINCERAI?”

Ha perfettamente senso perché il pro-wrestling fonde combattimento e narrativa per un prodotto più unico che raro. Un wrestler attivo lotta per circa 250 giorni all’anno ed è ovvio che molti colpi siano più leggeri rispetti alle MMA o ai combattimenti dove qualcuno deve imporsi sull’altro con la forza e la bravura. 

Il wrestling è lotta, collaborazione, stupore, sport ed intrattenimento. Se volete dare una chance alla disciplina ce n’è per tutti. La WWE è la compagnia dove le storie hanno la meglio, in AEW si lotta di più ma le storie sono importantissime e nelle federazioni migliori c’è tantissima scelta: dai wrestler acrobatici o tecnici a quelli che usano mazze da baseball con filo spinato per infierire sull’avversario (e li c’è poco da imparare sul come si prova meno dolore). La disciplina può soddisfare tutti i palati ma dovete dare una vera chance senza distogliere lo sguardo e dire subito: è finto.