Quando Gustav Klimt morì inaspettatamente nel febbraio del 1918, il dipinto era ancora sul cavalletto del suo studio. Klimt aveva iniziato a lavorare alla “Dama con ventaglio” l’ anno precedente, nel 1917, quando ormai era uno dei ritrattisti più celebri d’Europa: le commissioni si susseguivano, ma questa è una rara opera dipinta interamente per perseguire i propri interessi. Piena di libertà e spontaneità, riflette la gioia di Klimt nel dipingere e nel celebrare la bellezza nella sua forma più pura in cui Klimt dà anche piena espressione alla sua completa fascinazione per l’arte e la cultura cinese e giapponese.
Nella sua prima apparizione sul mercato dopo quasi trent’anni, il capolavoro ha superato le aspettative da Sotheby’s a Londra dove è stata venduta per 85,3 milioni di sterline (108,4 milioni di dollari; 99,2 milioni di euro), stabilendo un nuovo record d’asta per il pittore austriaco e diventando l’opera d’arte di maggior valore mai venduta all’asta in Europa. Il risultato è anche il secondo prezzo più alto per un ritratto – di qualsiasi epoca – mai venduto all’asta. Dopo una battaglia di dieci minuti tra quattro offerenti, tre dei quali erano presenti nella sala londinese, l’ultimo ritratto realizzato da Klimt è stato infine venduto a Patti Wong (Fondatore di Patti Wong & Associates), che ha fatto un’offerta in sala per conto di un collezionista di Hong Kong.
L’ultima volta che “Dame mit Fächer” era stata messa in vendita risale a quasi trent’anni fa da Sotheby’s a New York, nel 1994, quando fu acquistato per 11,6 milioni di dollari (7,8 milioni di sterline), stabilendo all’epoca un nuovo record d’asta per l’artista.
“La dama con il ventaglio” è considerato anche uno dei lavori più belli di Klimt, creato quando era ancora nel fiore degli anni e in un momento in cui la “formalità” dei suoi precedenti lavori su commissione cede il passo a una nuova espressività – un’immersione sempre più profonda e gioiosa nel disegno, nel colore e nella forma, che – pur essendo chiaramente influenzata dai suoi contemporanei Van Gogh, Matisse e Gauguin – diventa qualcosa di completamente diverso nelle mani del pittore austriaco. Allo stesso modo, mentre le opere un po’ più precoci del famoso “periodo d’oro” di Klimt, con in testa l’iconico ritratto di Adele Bloch-Bauer I del 1907, vedono la protagonista presentata come un’icona, in mezzo a un arazzo di forme dorate, in questo caso la figura si dissolve quasi sullo sfondo, mentre la morbida trama della pelle della donna si ripete sullo sfondo giallo pallido.
Nella “Dame mit Fächer”, Klimt attinge principalmente a motivi cinesi: la fenice (simbolo di immortalità e rinascita, fortuna e fedeltà) e i fiori di loto (simboli di amore, matrimonio felice e/o purezza). Inoltre, l’appiattimento dello sfondo e la giustapposizione dei motivi riflettono il suo profondo interesse per le stampe giapponesi su xilografia.