Dove sono bloccati i social network

La censura dei servizi dei social network sta diventando una risoluzione sempre più comune nei regimi oppressivi per limitare la libertà di parola. Questo fenomeno è sempre più frequente nei Paesi in cui lo Stato domina il controllo di Internet.

Secondo uno studio condotto da Surfshark prendendo in considerazione 193 Paesi delle Nazioni Unite, dal 2015 molti Stati, precisamente 71, hanno ostacolato l’accesso ai social network.

Nel gennaio del 2022, il 2% dei Paesi che sono stati monitorati ha interrotto l’accesso ai social network e alle applicazioni di comunicazione. Si trovano tutti in Asia: Cina, Corea del Nord, Iran e Turkmenistan.

Questi Paesi tendono a bloccare principalmente i social network stranieri, come Twitter e Facebook; infatti, la Cina ha un individuale ecosistema nazionale di social media. Mentre Paesi come il Qatar e gli Emirati Arabi Uniti ostacolano l’utilizzo delle chiamate Internet con IP voice- over.

Considerando le opinioni degli analisti, molto spesso le limitazioni sono legate a governi antidemocratici che cercano di limitare la libertà della popolazione. Conseguentemente in Africa e in Asia le limitazioni sono state maggiori negli ultimi cinque anni, ma molti sostengono che si tratti di restrizioni temporanee.

Alcuni episodi di restrizioni dei social network

Nel Burkina Faso, uno Stato situato nell’Africa occidentale, sono state rilevate molte interruzioni di Internet durante gli arresti per un complotto di un colpo di stato.

Anche in Iran si è verificato un episodio che ha visto il blocco di Telegram, una piattaforma che viene utilizzata da circa 40 milioni di persone nel Paese. Questo è avvenuto dopo che si sono verificate alcune proteste di massa antigovernative nel 2018.

Altro Paese che ha visto l’interruzione dell’utilizzo dei social media è stato il Burundi, durante le elezioni presidenziali del 2020.

Ancora oggi ci sono molte limitazioni in diversi Paesi. Lo possiamo vedere proprio in questi giorni in Russia che, dal 26 febbraio del 2022, Roskomnadzor, il servizio federale per la supervisione nella sfera della connessione e comunicazione di massa, ha ristretto i server di Facebook e Twitter accusandoli di discriminare i media russi.