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Dove finiscono le armi inviate all’Ucraina?

La guerra in Ucraina prosegue a ritmi incalzanti. L’esercito russo sta avanzando prepotentemente nel Donbass cingendo d’assedio le città di Severodonetks e Sloviansk. Tutte le notizie ci portano a pensare che cadranno a breve anche questi importanti centri. Mentre l’esercito ucraino tenta di arginare l’avanzata russa, Zelensky chiede ancora armi all’occidente. Un copione già noto per tutta la durata della guerra.

Richieste, quelle del presidente ucraino, che non sono però cadute nel vuoto durante questi mesi. Molti stati occidentali, tra i quali spiccano Stati Uniti, Gran Bretagna, Polonia e Italia, hanno inviato in Ucraina miliardi di dollari in armi. Queste armi comprendono dall’equipaggiamento base fino anche a pezzi di artiglieria e veicoli corazzati.

Cosa sappiamo dell’esercito ucraino?

Un report del New York Times rivela che l’intelligence degli Stati Uniti non ha una chiara visione sulla situazione dell’esercito ucraino. Quella degli USA è probabilmente la rete di spionaggio più vasta e all’avanguardia del mondo, ma è principalmente sviluppata per osservare i nemici, non gli alleati. In particolare i servizi segreti statunitensi hanno fornito aiuto all’Ucraina per difendersi dallo spionaggio esterno.

Kiev limita molto la condivisione dei propri piani militari e delle informazioni riguardo al suo esercito. In questo modo l’intelligence occidentale non sa quante armi possa gestire effettivamente l’esercito Ucraino. Probabilmente questo è voluto da Zelensky per continuare a poter dare ai partner occidentali l’idea di uno stato forte, in grado di gestire la situazione. Infatti se gli Stati Uniti e i Paesi europei dovessero venire a conoscenza di una verità differente da questa, quasi certamente rivedrebbero la mole di armi ed equipaggiamento da inviare al fronte.

Dove possono finire le armi occidentali?

Il timore degli Stati Uniti non è semplicemente legato al fattore economico. Le armi inviate all’Ucraina, nel caso non fossero ben gestite, potrebbero essere facilmente neutralizzate o cadere nelle mani dell’esercito russo.

Ma la prospettiva che più preoccupa è un’altra. Il segretario generale dell’Interpol, Jurgen Stock, ha dichiarato che quelle armi finiranno presto nelle mani della criminalità organizzata. Queste previsioni derivano dall’esperienza maturata da altri scenari post bellici in tutto il mondo. Nelle mani sbagliate, quelle armi possono essere molto pericolose dal momento che non si tratta solo di mitragliatori o giubbotti antiproiettile, ma di veri e propri pezzi di artiglieria e razzi.

Non è una prospettiva così improbabile, purtroppo. L’Ucraina è riconosciuta come uno degli Stati con il più alto tasso di corruzione. Soprattutto in un periodo così turbolento dovuto alla guerra, la situazione è allarmante. Un flusso così ampio di armi può portare a “sfide impegnative”, citando Stock. Soprattutto se queste armi dovessero finire nelle mani di movimenti organizzati già solidi.