Dal 1970 è scomparso il 70% degli animali monitorati dal WWF

Un calo di biodiversità dalle proporzioni devastanti, conseguenza di deforestazioni massicce e dell’impatto del cambiamento climatico. Questo è il quadro definito dal report biennale del WWF sulla salute del pianeta, che esamina le tendenze di popolazione di mammiferi, uccelli, anfibi e rettili.

Solo all’interno delle regioni tropicali, maggiormente colpite da fenomeni come la deforestazione della Foresta Amazzonica, le popolazioni di vertebrati monitorate sono scese del 94%. A livello globale, invece, i pesci d’acqua dolce registrano un crollo dell’84%, superiore a qualsiasi altra specie.

Come viene stilato il Living Planet Report?

Queste percentuali fanno riferimento al Living Planet Index, studio statistico realizzato dalla Zoological Society of London e parte del report biennale del WWF, che analizza i cambiamenti di popolazione di numerose specie di vertebrati presenti nel pianeta.

Per identificare queste tendenze vengono prese in considerazione oltre 32.000 popolazioni e 3.250 specie diverse, appartenenti alla fauna selvatica di molteplici Paesi. Lo stato della popolazioni dei vertebrati terrestri, d’acqua dolce e marini viene poi usato per valutare le condizioni della salute del pianeta nel suo complesso.

I vertebrati e le zone maggiormente a rischio

Nonostante il calo medio si attesti intorno ad un drammatico 69%, in rapida ascesa rispetto al 60% del 2018, alcune specifiche specie si trovano in condizioni ancora più preoccupanti. Tra i pesci d’acqua dolce, un esempio significativo è lo storione cinese, che ha registrato la scomparsa del 97% della sua popolazione a causa dello sbarramento di un corso d’acqua.

Nelle regioni tropicali tra le specie maggiormente colpite si riscontrano i delfini rosa di fiume dell’Amazzonia, residenti nella riserva brasiliana di Mamirauà, e i gorilla di pianura orientali, originari del Congo. Rispettivamente, le due popolazioni sono calate di due terzi e dell’80% dal 1994.

Conseguenze e rischi di un calo della biodiversità

Le conseguenze di una tale crisi non si limitano al mondo animale, ricadendo a cascata su svariati aspetti delle societàumane. Diversi studi hanno dimostrato il legame statistico tra il proliferarsi di malattie infettive e una minore biodiversità, come ha testimoniato uno studio dell’IPBES (Intergovernmental Platform on Biodiversity and Ecosystem).

Gli ecosistemi che noi stessi abitiamo, inoltre, si basano su un equilibrio tra diverse forme di vita, che rende ogni specie dipendente dall’esistenza dell’altra. La sparizione di una singola specie può portare conseguenze sull’intera zona, che poi in ultima istanza si ripercuotono in modo diretto sugli uomini che la abitano.