A seguito dell’invasione dell’Ucraina, la Russia sta cercando di creare un modello nazionalizzato di Internet, totalmente separato dalla relativa struttura globale. I social media di proprietà Meta a partire dal 14 marzo sono stati bloccati in quanto ritenuti portatori di notizie false ed estremiste.
Cosa succede in Russia?
Le piattaforme social ancora attive rimangono Vkontakte, Telegram e TikTok che però si limita alla diffusione di contenuti russi. Twitter è stato bloccato, ma tramite Tor, un browser che permette la navigazione anonima da parte degli utenti, è ancora possibile accedervi.
Gli utenti russi si sono ritrovati a non poter più accedere a sistemi di pagamento digitale come “Apple Pay” e “Google Pay”. Per quanto riguarda l’off-line, non solo Apple e Google hanno chiuso i loro store sul territorio, ma tra le tante catene che hanno deciso di opporsi agli ideali russi ci sono Ikea e McDonalds.
Anche Anonymous, un movimento decentralizzato di hacktivismo, si è dichiarato in “cyber guerra” con il governo russo, rendendo irraggiungibile il sito del Cremlino, quello della Duma e controllando le trasmissioni televisive.
Arginare le sanzioni
Non sarebbe complicato immaginare l’utilizzo delle criptovalute da parte della Russia per aggirare le sanzioni. Infatti, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, aveva evidenziato questa possibilità.
Caroline Malcolm, responsabile della piattaforma di dati blockchain “Chainanalysis”, ha però dichiarato che sarebbe molto complesso utilizzare le criptovalute per transazioni di denaro necessarie a sostenere l’economia del Paese.
Data questa condizione, la senatrice Elisabeth Warren e altri quattro membri del partito democratico, hanno presentato una proposta di legge per impedire l’uso delle criptovalute da parte del governo russo. La proposta di legge, denominata “Digital Asset Sanctions Compliance Enhancement Act”, garantirebbe l’impossibilità da parte dei russi di utilizzare le monete digitali per eludere le sanzioni economiche internazionali.
La difesa della Russia dai Social
L’Ambasciata Russa negli Stati Uniti ha dichiarato le attività di Meta “estremiste”. Per questa ragione, a seguito della chiusura dei canali social di Zuckerberg, ha deciso di sopperire alle mancanze della popolazione creando una vera e propria indipendenza digitale.
Definiti illegali Facebook e Instagram, il Cremlino ha annunciato la nascita di Rossgram, l’ormai sostituto russo di Instagram, simile per i colori e grafica al social di Meta. Gli sviluppatori, Alexander Zobov e Kiril Filimonov, hanno annunciato che la piattaforma funzionerà su IOS e Android e che consentirà di accedere a contenuti a pagamento e di raccogliere fondi tramite il crowdfunding.
Vkontakte conta già un grande numero di iscritti, 210 milioni di utenti. Sembrerebbe essere uguale alla piattaforma Facebook. L’interfaccia e i colori lo ricordano molto, ma “VK” esiste già da 15 anni. Non si tratta di una sostituzione ma, probabilmente, in questi giorni moltiplicherà i suoi iscritti.
La piattaforma è stata fondata nel 2006 da Pavel Durov, “il Mark Zuckerberg russo” che tempo fa ha lasciato la Russia per trasferirsi ai Caraibi. Oggi, Vkontakte è diventata la risposta russa ai giganti della Silicon Valley.
E Zio Vanja?
L’8 marzo del 2022, la catena di fama mondiale “McDonald’s” annuncia la chiusura temporanea degli 850 ristoranti nel territorio russo.
“Mc Donalds” è stato il simbolo della fine della guerra fredda tra Est e Ovest, simbolo della globalizzazione e dell’americanizzazione nel mondo.
La Russia, però, non fa attendere una risposta. Compare su molti quotidiani online e offline un logo raffigurante una “B” gialla. Si tratta di Zio Vanja, ma cosa significa?
Zio Vanja prende il nome dall’opera teatrale del XIX del drammaturgo Anton Checov, un ritratto tragicomico e spietato di grandi illusioni e speranze ingannevoli. Per quanto riguarda il logo e la campagna di marketing, sembrano non differire per nulla dalla catena di fast food americana. Infatti, il logo raffigura una “B”, che in alfabeto cirillico corrisponde alla “V”. Mentre per quanto riguarda i colori, il giallo resta anche in questo caso protagonista indiscusso del marchio. La neonata catena preannuncia prezzi molto ridotti, il che non la discosta molto dall’ideale di “McDonalds”.