Curare il cancro è una cosa da ricchi?

Combattere la malattia non è più economicamente sostenibile per le famiglie

Il Sistema Sanitario Nazionale (SSN) fortunatamente permette di coprire una grande parte delle spese necessarie ad affrontare il cancro per un totale di 16 miliardi euro, circa il 14% della spesa sanitaria nazionale, rappresentando in tal modo uno scudo per tutti i malati in Italia.

Gli oltre 3 milioni di pazienti oncologici sono però costretti a spendere 5 miliardi in più di tasca propria e ovviamente non tutti sono in grado di sostenere questi costi.

Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha dichiarato sul tema che«Colmare il divario assistenziale è una delle sfide più urgenti e sicuramente una priorità fare in modo che tutti i cittadini, a prescindere dalla residenza, dal grado di istruzione e dal reddito abbiano diritto di usufruire di una presa in carico a 360 gradi dalla prevenzione all’assistenza domiciliare alle terapie alla riabilitazione fino al fine vita”.

Questa ricaduta dei costi sulle famiglie dei pazienti oncologici avviene per cause di tipo medico come:visite specialistiche, farmaci e operazioni di chirurgia ricostruttiva causate dalla malattia.

Tra i costi non solo spese di carattere medico ma anche conseguenziali alla logistica della malattia stessa come l’assunzione di badanti e personale di sostegno, vitto e alloggio per gli spostamenti in altre città e diete o trattamenti complementari.

E se chi convive con il cancro non riesce ad essere autosufficiente economicamente parlando, la condizione si aggrava sulla famiglia del malato:

Per il 64% degli intervistati nel Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici, promosso da FAVO, i costi sostenuti a causa della malattia hanno avuto un forte impatto sul bilancio familiare e ne hanno modificato le abitudini di spesa.

Negli States la differenza è accentuata dalla situazione sanitaria del Paese, in cui ogni tipo di infortunio o imprevisto rischia di costare al paziente migliaia di dollari. Ciò non vuol dire però che avere la sanità pubblica significhi che una malattia sia economicamente sostenibile da combattere per tutti.

Questa diseguaglianza nelle possibilità di guarigione in America si chiama ”cancer financial toxicity” ed è la causa per la quale se un americano arriva alla ”bancarotta” ha un pericolo di morte del 79% più alto rispetto ai pazienti che non arrivano al tracollo economico.

Elisabetta Iannelli, avvocato e segretario nazionale della Favo, ha commentato dicendo ‘L’analisi di sopravvivenza ha dimostrato infatti che chi ha sofferto la tossicità finanziaria ha avuto, nei mesi e anni successivi alle cure, un rischio di morte del 20% più alto (negli Usa è il 79%) rispetto ai malati senza problemi di denaro. Questo dato allarmante induce a riflettere sulla necessità di ripensare ad adeguate ed efficaci politiche di welfare affinché alla “guarigione clinica” corrisponda quella “sociale” dal tumore”