Da dove nasce il termine ‘NEET’
Acronimo di origine inglese, il neologismo “NEET” indica “Neither in Employment or in Education or Training”. Tradotto in italiano, indica quella categoria di persone non impegnate nello studio, né nel lavoro o nella formazione.
Il termine viene utilizzato per la prima volta nel Regno Unito in un report per il Social Exclusion Unit del Governo britannico, facendo riferimento alla fascia d’età che va dai 16 ai 24 anni. Una volta che tale termine ha preso piede nei vari report europei, la fascia d’età ha cominciato a variare di nazione in nazione.
Dall’inizio della pandemia i numeri, specialmente in Italia, sono peggiorati
Nel 2019 la percentuale di NEET in Italia si aggirava intorno al 22,1%. Nel 2020 si è registrato un aumento di 97mila giovani in quest’analisi, portando la percentuale sul 23,3%.
Questi dati sono in controtendenza rispetto all’aumento di occupazione registrato quest’anno. Si registrano 729mila occupati in più ed un calo della disoccupazione fino all’8.8%, secondo gli ultimi dati ISTAT.
Analizzando e confrontando le percentuali è evidente che l’impegno profuso per promuovere il lavoro nelle nuove generazioni non è sufficiente. Il distacco di occupazione tra le fasce d’età più giovani e quelle più adulte continua ad essere molto pronunciato.
Le proposte in Italia e le differenze con l’Europa
I provvedimenti promulgati in merito a questa problematica dal governo Draghi sono stati il Bonus affitto giovani ed il Bonus prima casa.
Il primo è volto a ridurre, mediante una detrazione dell’imposta lorda per il 20% dell’ammontare del canone di locazione, il costo d’affitto per i giovani under 31. Il secondo, contenuto nel Decreto Sostegni Bis, mira ad aumentare la capacità di acquisto dei giovani – entro un certo ISEE e sotto i 36 anni – attraverso facilitazioni d’accesso a istituti di credito per mutui di importo superiore all’80% del prezzo d’acquisto.
Queste agevolazioni, nonostante possano generare benefici, non vanno ad influenzare direttamente la percentuale italiana di NEET, vista la continua precarietà della situazione lavorativa giovanile.
In Francia le percentuali NEET sono ben diverse da quelle della penisola mediterranea. Macron ha portato avanti una proposta di finanziamento diversa rivolta ai giovani: fino a 500€ in sussidi riservati alla fascia 16-25 anni, ma vincolati da un numero di ore settimanali di formazione (tra le 15 e le 20 ore).
L’obiettivo, da quanto si evince dalle dichiarazioni del presidente della Repubblica francese, è accompagnare i ragazzi alla scoperta di nuovi mestieri e formarli in vista di nuove avventure lavorative. Ciò influenzerà positivamente la percentuale di NEET che, soprattutto in Italia, andrebbe abbassata radicalmente.