Il 3 febbraio 2022 scadrà il mandato da Presidente della Repubblica di Sergio Mattarella – eletto 7 anni fa – a seguito delle dimissioni di Giorgio Napolitano, risalenti al 2015, secondo anno del suo secondo mandato.
Il problema del candidato
Il problema principale si pone dal momento in cui l’attuale capo di Stato non ha intenzione di continuare per un Mattarella bis ed un candidato che possa essere appoggiato uniformemente dalle forze politiche in Parlamento ancora non c’è.

Cos’è successo finora
Negli ultimi mesi è rimbalzata l’idea di far presidiare al Quirinale lo stesso Mario Draghi, che dovrebbe quindi rinunciare alla carica di Presidente del Consiglio e conseguentemente indire nuove elezioni. Per quanto la figura dell’ex Presidente della Banca Centrale Europea potrebbe dare equilibrio e stabilità, abbandonare il percorso iniziato a meno di un anno dalla sua nascita – specialmente quando si stanno trattando temi delicati e bisognosi di professionalità come la gestione del PNRR e la riforma delle pensioni – potrebbe risultare controproducente.
Paradossalmente, sebbene si trovi all’opposizione, una delle figure politiche più interessate ad avere Draghi come capo di Stato è Giorgia Meloni, pronta a capitalizzare il primato raggiunto nei recenti sondaggi che la porterebbero ad essere la prima Premier donna nella storia della Repubblica italiana.
Silvio Berlusconi incandidabile
Sicuramente il nome di maggior spicco per il centrodestra è quello di Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia, nonostante l’incandidabilità a causa dei vari processi giudiziari a suo carico, rappresenta la parte più moderata ed europeista della coalizione di centrodestra.
L’allargamento delle coalizioni
Proprio il partito dell’ex Premier potrebbe, secondo molti addetti, essere l’ago della bilancia in vista della corsa al Quirinale. Infatti, i più recenti avvicinamenti di Matteo Renzi – leader di Italia Viva – al forzista Miccichè fanno presumere un allargamento di alleanze tra le forze di centrodestra, comprendendo anche l’ala governista della Lega guidata da Giorgetti e formando con il partito dell’ex sindaco di Firenze un importante blocco di centro.
Gli altri possibili candidati
Tra gli altri nomi che sono circolati ci sono anche quelli di Pierferdinando Casini e Maria Carla Cartabia: il primo si è alternato nei due poli politici di destra e sinistra nell’arco dell’ultimo decennio; la seconda invece, da ministra della giustizia potrebbe garantire un equilibrio a livello tecnico, nonostante la caratura del nome non sia di natura politica.
Attualmente nessuno dei nomi citati ha forte presa nell’incombente elezione e proprio quest’incertezza fa augurare che si possa rivivere una situazione analoga alla seconda elezione di Napolitano – ricandidatosi in extremis nonostante l’iniziale contrarietà, per sbloccare la situazione di stallo.
In questa maniera Mattarella potrebbe portare la vigente legislazione al suo naturale termine nel 2023 per poi potersi dimettere lasciando la scelta al governo post Draghi che verrà.