Lina Wertmuller

Chi era Lina Wertmüller: prima donna candidata gli Oscar come miglior regista

Si è spenta a Roma a 93 anni la sceneggiatrice, regista e scrittrice Lina Wertmüller, prima donna ad essere canditata all’Oscar come miglior regista nel 1977 con il suo film Pasqualino Settebellezze.

Chi era Lina Wertmüller

Nata a Roma nel 1928, Wertmüller vive un’infanzia agiata e un’adolescenza segnata dalla guerra, nonostante non ne parlerà mai in tono drammatico.

A 17 anni decide di iscriversi ad un corso di regia all’Accademia teatrale romana Pietro Scharoff e, per alcune anni, è stata animatrice e regista in spettacoli di burattini. Nel 1959 è autrice della prima edizione di Canzonissima.

Negli anni Sessanta si avvicina al cinema e, nel mentre, lavora in radio e televisione per cui dirige l’adattamento de Il giornalino di Gianburrasca con Rita Pavone che segna il genere del musical-comedy sul piccolo schermo.

Wertmüller aveva una cara amica, Flora Carabella, moglie di Marcello Mastroianni, che nel 1963 le presenta il regista Federico Fellini e Lina diventa il suo aiuto sul set di 8 ½ (1963).

Per Wertmüller il 1963 è l’anno in cui esordisce anche dietro la macchina da presa con I basilischi. Il suo primo film è un’analisi profonda e disincantata dei giovani dell’Italia meridionale e riscuote notevole successo anche all’estero aggiudicandosi la Vela d’argento al Locarno Festival. Seguirono altri riconoscimenti a Londra e Taormina.

LA CARRIERA

Negli anni Settanta ottiene grande successo scrivendo e dirigendo una serie di commedie come Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972), Film d’amore e d’anarchia (1973), Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974) e Pasqualino settebellezze (1976), interpretati da Giancarlo Giannini e Mariangela Melato. Lo stile di Wertmüller è caratterizzato da toni grotteschi e stravaganti.

E’ con Pasqualino settebellezze che Wertmüller viene candidata a tre premi Oscar nelle cerimonia del 1977 a Los Angeles: miglior regia, miglior film straniero e migliore sceneggiatura. La candidatura a miglior regia era la prima volta che avveniva per una donna.

Per tutte le registe è sempre stata un grande esempio soprattutto perché in quegli anni erano in poche a fare quel mestiere. Il cinema ai suoi esordi era un ambiente prettamente maschile e ancora oggi gli è rimasta, nonostante i passi avanti, un’impronta maschilista.

Dietro la macchina da presa Lina Wertmüller era una donna dura, come lo è sempre stata anche nella vita.

In un’intervista, alla domanda se avesse avuto difficoltà in quanto donna dietro la macchina da presa rispose: “Me ne sono infischiata. Sono andata dritta per la mia strada, scegliendo sempre di fare quello che mi piaceva. Ho avuto un carattere forte, fin da piccola.”

Altro suo grande successo è il famoso “Io speriamo che me la cavo” con Paolo Villaggio (1992) ed i suoi lavori proseguono negli anni Novante e Duemila. Nel 2001 le è stato conferito il Premio alla carriera al Trani Film Festival e nel 2020 il premio Oscar onorario.

Il suo cinema è stato in grado di indagare i ruoli sociali di uomo e donna nell’Italia del nord e del sud, dagli anni sessanta ai giorni nostri, sempre con sguardo ironico e disincantato. Una donna che nella storia del cinema ha lasciato il segno.

Lina Wertmüller il 9 dicembre 2021 si è spenta a Roma.