Caso Baby Gang: il servizio della giornalista fa discutere per aver ripreso in diretta la casa del rapper

Durante la trasmissione “Fuori dal coro” la ripresa della casa del rapper Baby Gang genera una polemica relativa alla privacy che ricalca la nota “citofonata” di Salvini.

Il programma “Fuori dal coro” di Mario Giordano non è nuovo a mandare in onda servizi in cui i protagonisti sono alcuni degli interpreti più conosciuti della nuova scena rap, di Milano e non solo. Il rischio a cui si va spesso incontro, però, è quello di generare una gogna mediatica per i messaggi che una parte dei rapper trasmettono.

Il contesto della nuova scena milanese

Nel quartiere milanese di San Siro si è sviluppato un mix di culture. Dalla zona 7 di Milano fino a ragazzi di seconda generazione di origini nordafricane e sudamericane. Tra i più influenti del collettivo “SEVEN 7oo” spicca Rondodasosa, capace di canalizzare, spesso in maniera negativa – date le accuse a suo carico – l’attenzione del grande pubblico.

Il ragazzo è arrivato persino al punto di ricavarsi un occhio di riguardo dal famoso rapper canadese Drake, oltre che a collaborare con Central Cee – uno degli esponenti Drill di maggior rilievo in Europa.

Baby Gang, pur non facendo parte del collettivo, è strettamente collegato all’ambiente dei suoi colleghi, con cui collabora frequentemente.

Non solo Baby Gang: un sensazionalismo che non giova a nessuno

Il titolo del servizio della trasmissione di Giordano è eloquente: “Il rapper sotto accusa per rapina libero di fare concerti“. Nota già un principio di colpevolezza per un fatto che, in realtà, deve essere ancora confermato nelle sedi prestabilite.

Analogamente è logico riallacciarsi al celebre episodio dell’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Tutti ricordano quando citofonò, seguito dalle telecamere ed in piena campagna elettorale, ad un giovane presunto spacciatore. Ciò causò un grave rallentamento delle indagini, come confermato nell’ordinanza del gip Maria Cristina Sarli, che seguì il caso.

Il servizio di Giordano prosegue con una breve indagine in cui vengono ascoltati alcuni fan di Baby Gang. Questione principale è la domanda legata alle tematiche maggiormente trattate dal rapper.

Racconti di vita di strada come quelli del cantante milanese hanno la capacità di influenzare gli ascoltatori più giovani, parlando di droga, spaccio e così via. Questi argomenti andrebbero invece approfonditi da esperti capaci di instaurare un discorso volto a sensibilizzare i ragazzi su temi così delicati ed importanti.

Stimolare la legalità in maniera trasparente

Le riprese arrivano fino al portone di casa della famiglia del rapper, calpestando ogni tipo di privacy.

Le esternazioni sui social di Baby Gang rivolte alla giornalista sono da condannare fermamente, in quanto gravemente diffamatorie e sessiste.

Certo è che il degrado che alcuni ragazzi vivono, però, non può che persistere nel suo essere fermo e stagnante se chi dovrebbe creare consapevolezza di tali situazioni, per dare la possibilità a chi le vive di trovare una via uscirne fuori attraverso la legalità, non se ne cura e talvolta, lo incrementa.