Dionisi, parlando del suo attaccante (Scamacca), impone una forte riflessione sullo stato del calcio italiano: ‘’Il suo primo avversario è stato sé stesso. È un ragazzo giovane, sta trovando quella continuità che non aveva mai trovato. Non merita i titoli che gli vengono concessi: non può bastare un mezzo campionato, ogni tanto i giovani sono in un ascensore sali-scendi e non riescono a gestirsi.’’
Così, in maniera molto dura e diretta, si è espresso l’allenatore della squadra emiliana riguardo la sua punta centrale Gianluca Scamacca, il quale sta vivendo sicuramente una stagione positiva ed al centro delle attenzioni di mercato dei top club italiani.
L’attaccante romano è reduce da una stagione in prestito al Genoa ed ha scalato abbastanza velocemente le gerarchie al Sassuolo.
Complice anche la partenza di Caputo alla Sampdoria, è riuscito a dimostrare di essere uno dei giovani più promettenti del calcio italiano.
Calcio italiano e resto d’ Europa: un confronto ingeneroso
Le parole di Dionisi riecheggiano a quasi un mese dalla disfatta degli Azzurri con la Macedonia.
In Italia siamo totalmente disabituati ad avere campioni nel nostro campionato; il nostro calcio è alla continua ricerca di talenti, ponendo pressioni a giovani che ancora non sono in grado di soddisfare tali requisiti.
In Europa diversi club importanti come Chelsea e Arsenal sono stati costretti a ringiovanire le proprie rose.
Nel resto d’ Europa non ci sono problemi a lanciare giovani in prima squadra consentendogli di fare esperienza.
Avendo standard più alti ma anche un approccio differente, i club inglesi possono vantare di avere giovani campioni con anni di esperienza anche in campo internazionale.
Il confronto con i coetanei delle nostre squadre è impietoso, dove anche a 23 anni si è considerati ancora giovani e non adatti.
Un giocatore come Mason Mount, ventitreenne come la punta del Sassuolo, senza fare confronti di natura tecnica, ha già due o tre anni di esperienza europea in top club europeo come il Chelsea, detentore della Champions League 2020/2021.
Esiste un lieto fine?
Una delle storie che più chiarisce come ciò accada più frequentemente di quanto si pensi è quella di Pietro Pellegri, attualmente in forza al Torino.
L’attaccante ex Monaco ha avuto un inizio di carriera a dir poco strabiliante vista la giovane età con cui ha esordito, eguagliando il record di Amedeo Amedei a 15 anni e 280 giorni, per poi finire in un circolo di infortuni e panchine.
Attualmente l’ex Genoa ha 21 anni ed ancora infinite possibilità di trovare la retta via per una carriera brillante, senza pressione dai media.
Sarebbe fondamentale lasciar tempo ai giovani crescere e sbagliare, così da maturare l’esperienza necessaria utile a far fiorire il loro talento.
Saranno loro, infatti, che dovranno raccogliere l’importante sfida di dare un ricambio generazionale per un futuro pieno di soddisfazione e colorato di azzurro.