Il calcio femminile è lo sport che sta crescendo di più al mondo e in Italia si registra un vero e proprio boom di tesseramenti: tra la stagione 2008-2009 e la stagione 2019-2020 le tesserate per la Figc – Federazione Italiana Giuoco Calcio – sono cresciute del 66,5 %, passando da 18.854 a 31.390 atlete.
Uno sviluppo accelerato anche dall’assunzione, a partire dalla stagione 2018-2019, dei diritti di organizzazione e gestioni dei massimi eventi da parte della Figc.
La nascita del calcio femminile nel mondo
Il calcio femminile nasce probabilmente in Gran Bretagna, dove i primi team iniziarono a formarsi già negli ultimi due decenni del XIX secolo. A dare una spinta alla presenza femminile nel mondo del pallone fu paradossalmente la Prima guerra mondiale: mentre gli uomini erano lontani, al fronte, le donne lavoravano in fabbrica e nelle pause o dopo il lavoro si ritrovavano e alcune di loro giocavano a calcio, formando squadre legate alle aziende.
Primi eventi
Anche se non ci sono molte informazioni a riguardo, si pensa che il primo evento ufficiale risalga al 1985, ma la prima partita internazionale nota alle cronache è quella tra il Dick Kerr’s Ladies Football Club e una squadra francese nel 1920, davanti a un pubblico di 25mila tifosi. L’incontro si disputò in Inghilterra e, soltanto dopo, le giocatrici britanniche partirono per la trasferta in Francia.
Calcio femminile e il divieto di praticarlo
Nel 1921 la Football Association vietò a tutte le squadre femminili di giocare a pallone su campi affiliati alla federazione. I vertici della Football Association sostenevano che “il calcio non è idoneo per le donne e non dovrebbe essere incoraggiato”. Questo divieto fu cancellato solo ad inizio anni 70, anche se in questo periodo la diffusione e la pratica di questo sport continuò a svilupparsi in Europa e in America.
Il calcio femminile in Italia oggi
La massima divisione in Italia per ora è la Serie A TIMvision, chiamata cosi per motivi di sponsorizzazione, a cui partecipano attualmente 12 squadre. Alla fine di ogni stagione la squadra che ha ottenuto più punti è proclamata vincitrice della competizione ricevendo il titolo de iure – locuzione latina che significa per legge – di «campione d’Italia», il quale le permette qualificarsi alla UEFA Women’s Champions League, assieme alla seconda classificata, e d’indossare lo scudetto nelle proprie divise durante la stagione successiva, invece le ultime due squadre classificate retrocedono in Serie B.
Donne e sport
Anche se le donne sono meno pagate e meno rappresentate, non solo nello sport, ma in tutti i campi professionali, studi e statistiche dimostrano che investire nell’imprenditoria femminile e diminuire le differenze tra i sessi possa avere un impatto sul PIL, Prodotto Interno Lordo, delle nazioni e sul reddito pro capite, che aumenterebbe del 20 per centro entro il 2030.
Questo potrebbe essere un altro dei vari motivi che stanno incoraggiando lo sviluppo di questo sport e che ha portato la dirigenza di VISA, join venture di attività finanziarie, a sponsorizzare i mondiali femminili FIFA , ad essere il primo sponsor di UEFA al femminile e ad annunciare che l’emancipazione delle donne passa anche dallo sport e che si rafforza attraverso una loro maggiore presenza sia nelle competizioni locali che nei grandi eventi internazionali.