Da diverso tempo si può notare che nelle maglie dei club calcistici stanno comparendo nomi e loghi di società che operano nel settore delle criptovalute. Questo nuovo sponsor frutta circa 80 milioni di euro all’anno ai club di calcio di serie A.
Ma come è possibile che in un sistema indebitato fino al collo come quello del calcio europeo, le aziende decidano di investire budget fuori mercato nella sponsorizzazione del calcio?
Nel mondo del marketing si scelgono sponsor che rappresentino i valori dell’azienda sponsorizzata, in linea con la progettualità e la visione strategica. Questo porta quasi ad una simbiosi tra azienda calcio e brand/sponsor.
Spesso questo legame è certificato da contratti che presentano clausole etiche al proprio interno, proprio per evitare che uno arrechi danni d’immagine all’altro.
I DUBBI SULLE CRIPTOVALUTE
I dubbi non sono venuti a mancare. Primo fra tutti, la volatilità di queste valute: il mercato delle criptovalute non è regolamentato, rappresenta quindi un luogo virtuale nel quale gli operatori possono fare trading senza alcuna regola alla base.
Questo significa che il funzionamento di tale mercato, i prodotti e gli operatori ammessi non sono assoggettati alla disciplina specifica e all’autorizzazione delle autorità di vigilanza sui mercati regolamentati, e non sono iscritti nell’apposito albo.
Inoltre, si stanno sviluppando sempre più rapidamente, ma senza rispettare i protocolli di sicurezza previsti dalla direttiva Europea Mifid, che cerca di contrastare il riciclaggio di fondi di provenienza illecita.
Si stanno dirottando su questi mercati somme di denaro sempre più grandi senza i metodici protocolli KYC (Know Your Customer) necessari per l’identificazione dell’intestatario del rapporto.
Rimangono perplessità su queste aziende (come Binasce, socios) che non hanno l’autorizzazione da parte della Consob per prestare servizi e attività di investimento in Italia, oppure che dichiarano ricavi per 36 milioni, ma poi stringono accordi di sponsorizzazione per oltre 170 milioni (Socios).
Calcio e criptovalute: quali interessi?
Perché dei grandi club, con milioni di tifosi, dovrebbero accettare soldi da questo tipo di sponsorizzazioni?
Perché hanno debiti miliardari e le sole entrate di cui dispongono non bastano più. Non è un caso che la maggior parte dei club che hanno accettato questo tipo di sponsorizzazione abbiano diversi milioni di debito – Juventus, Lazio, Napoli, Inter -, mentre i club più ‘sani’ economicamente si tengono alla larga -Bayern Monaco in Germania.
Una definizione di questo fenomeno l’ha data Bob Madou, responsabile degli affari commerciali del Brugge, club della prima divisione Belga: “Abbiamo codici etici, effettuiamo controlli per tutti i partner e cerchiamo aziende con standard e valori comparabili. Ma abbiamo anche un preciso obiettivo commerciale: guadagnare soldi per raggiungere successi sportivi e garantire la sostenibilità del nostro bilancio. Una società calcistica non può sentirsi responsabile di tutto”.
Quindi in sostanza, almeno per il momento, “pecunia non olet”.