giovani da psicologi

Boom di ricoveri psichiatrici nel 2021, i giovani i più colpiti

Le nuove generazioni sono psicologicamente fragili. È la Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (SINPIA) a dirlo: pianti, attacchi di panico, ira e disturbi alimentari sono sempre più frequenti al giorno d’oggi. 

Una realtà che le istituzioni farebbero bene a prendere sul serio il prima possibile. Purtroppo questo è anche frutto del retaggio storico che accompagna il nostro paese, instauratosi con il duro lavoro e la soppressione dei pensieri devianti da esso. Di fatto la scarsa alfabetizzazione ci rende ancora arretrati su questi temi rispetto ad altri paesi.

Disturbi che colpiscono persone di tutte le età, ma nell’occhio del ciclone ci sono i giovani, vittime più degli altri dei ritmi di vita frenetici del XXI secolo. Nei soli primi mesi del 2021 si sono registrati più di 2 milioni di casi di disturbi neuropsichiatrici in un campione di ragazzi fino ai 17 anni. Tra questi vi sono problemi legati al linguaggio, all’apprendimento e allo spettro autistico, epilessia, malattie dello sviluppo, depressione, autolesionismo e pensieri suicidi. Nel 2019 invece questo numero è stato registrato nell’arco di tutto l’anno. Un dato sicuramente non eccellente, ma che secondo gli esperti è destinato ad aumentare.

Le parole della SINPIA

Antonella Costantino, presidentessa della SINPIA, afferma che “è di poco tempo fa l’allarme lanciato dall’UNICEF-OMS che sottolinea come a livello mondiale, 1 adolescente su 7 presenti problemi di salute mentale – peggiorati dalla pandemia – e come il mancato contributo delle economie e causa dei problemi di salute mentale che portano a disabilità o morte tra i giovani sia stimato attorno ai 390 miliardi di dollari l’anno.” 

Il dito viene poi puntato verso i governi che investono troppo poco in questo settore poiché accecati dalle brame del guadagno a discapito della salute. Di fatto la popolazione è vista prima come forza lavoro che come gruppo di essere umani. L’ago della bilancia è talmente orientato verso la produttività che si fatica a riconoscersi. Non a caso le persone del nostro tempo affermano spesso di sentirsi disorientate all’interno della società capitalista. Questo non è altro che la risposta del nostro corpo-mente all’ambiente che ci circonda. 

In Italia la situazione è nettamente sottovalutata. A dimostrarlo sono gli investimenti quasi nulli sulla neuropsichiatria in confronto a quelli stimati per la salute fisica. Le istituzioni non ammettono che salute mentale e fisica abbiano lo stesso valore, tuttavia un passo in avanti è stato fatto: nella nuova legge di bilancio è presente un bonus psicologo. L’aspetto forse più grave però riguarda la sfera culturale in cui tutto ciò avviene. Troppo spesso pazienti e famiglie sono soggetti a forti pregiudizi e discriminazioni nel momento in cui decidono di trattare disturbi mentali o simili. Questi atteggiamenti interferiscono con la diagnosi e con la terapia di cura, oltre che con l’inclusione sociale.