Banksy torna all’asta la bambina triturata

Banksy, la bambina “triturata” venduta a 22 milioni di euro

La sera del 14 ottobre sono state offerte 18,6 milioni di sterline, pari a 22 milioni di euro per l’opera “Girl with Balloon” di Bansky.

Tre anni fa, l’artista concettuale Bansky, uno dei maggiori esponenti della Street Art, creò scalpore durante un’asta distruggendo un suo quadro venduto a un milione di sterline. Oggi quella stessa opera è stata rimessa in vendita a un valore estremamente maggiore, ed è stata venduta.

“Girl with balloon” è rientrata il 14 ottobre nelle gallerie di Bond Street, via lussuosa situata nel centro di Londra, con una stima di partenza nettamente maggiore rispetto al valore di asta proposto nello scorso 2018. 

«Anche il desiderio di distruggere è un desiderio creativo», spiegò così l’artista concettuale, recuperando la famosa citazione di Pablo Picasso, la necessità e la conseguente decisione di ridurre in poltiglia una delle sue opere più note, “Girl with a balloon, facendola finire dentro un tagliacarte.

Subito poco dopo l’incidente, il senior director di Sotheby’s, Alex Branczik, esordì con “siamo appena stati Banksyzzati”, facendo riferimento all’atto di essere spiazzati a seguito di un colpo di scena clamoroso. Idea geniale, ma non completamente realizzata: infatti è noto che il progetto fallì parzialmente, dato che l’opera non si distrusse completamente ma rimase integra per metà. Furbizia o errore meccanico? Tutt’ora non abbiamo una risposta. Quel che è certo, è il ritorno dell’opera all’asta.

A notizia pubblicata del ritorno dell’opera, Sotheby’s, casa d’aste tra le più importanti al mondo, ha commentato dichiarando «Prendendo il mondo di sorpresa, questo inatteso pezzo di performance art entrò immediatamente nei manuali di storia dell’arte: per la prima volta una nuova opera era stata creata nel corso di un’asta», annunciando in questo modo la rinnovata vendita al pubblico. 

È chiaro che quando un’opera d’arte subisce danni considerevoli durante la custodia in una casa d’aste, non ci si aspetta che l’acquirente onori l’acquisto, ma la collezionista europea anonima e cliente di Sotheby’s da vecchia data, decise di tenersi il quadro. «Tre anni fa, in quella serata molto surreale, sono diventata la casuale proprietaria di una nuova opera. È stato un viaggio incredibile essere parte della storia di come è stata creata una delle opere d’arte più famose al mondo», ha dichiarato oggi conservando accuratamente l’anonimato. 

Le opere a sfondo satirico di Banksy abbagliano di frequente la stampa e gli appassionati d’arte, lasciando un’aura misteriosa avvolta dal suo continuo anonimato che, nonostante un silenzio stampa costante, affascina e cattura un pubblico che non accenna nessuna intenzione di lasciarlo nell’ombra nel prossimo futuro. Il modello d’azione dello Street Artist britannico funziona: il suo nome d’arte è sulla bocca di tutti e, di conseguenza, le sue quote di mercato non arrestano la loro ascesa. 

Umorismo oscuro e sovversivo: queste sono le connotazioni artistiche di Banksy, unite ad un’esecuzione impeccabile con la tecnica dello stencil. I suoi murales appaiono su strade, mura e ponti di città di tutto il mondo. 

La sua lotta contro il sistema dell’arte rimane sempre sospesa su quel sottilissimo filo che rende estremamente arduo distinguere se tutte le sue azioni si possano ridurre ad una geniale trovata di marketing o paragonarla ad una sorta di “guerra santa” silenziosa contro i meccanismi che hanno determinato, nel corso del XXI secolo, una conversione dell’arte a mero strumento di speculazione commerciale.