Il confine tra vita e aldilà è più sfumato di quanto pensiamo

Sembrerebbe paradossale, eppure, negli istanti precedenti la morte, il cervello umano affronta un picco di attività. Team di scienziati lavorano nella direzione di scoprire quale ragione biologica si cela dietro ai racconti dei pochi superstiti in grado di testimoniare l’esperienza pre-morte, fenomeno ancora poco esplorato.

Le esperienze più ricorrenti

Tralasciando cultura e convinzioni religiose, i racconti di coloro che hanno vissuto un’esperienza di pre-morte sono sorprendentemente simili. Tra le testimonianze raccolte, le sensazioni più ricorrenti nei momenti che precedono il trapasso sono

  1. ricordo di episodi della propria vita, che scorrono come in un film
  2. vista di un tunnel buio, al cui fondo si trova una luce abbagliante
  3. percezione di fuoriuscita dal proprio corpo
  4. incontro e dialogo con un proprio caro defunto
  5. senso di serenità

«L’identificazione di segni elettrici misurabili di attività cerebrale lucida e intensa, insieme al ricordo di storie simili di esperienza di morte, suggerisce che il senso umano di sé e e della propria coscienza potrebbero non fermarsi completamente nel momento del decesso. Mentre siamo sull’orlo della morte o in coma, le persone subiscono un’esperienza cosciente interiore unica, inclusa la consapevolezza senza angoscia».

Sam Parnia, medico coordinatore della ricerca della NYU Grossman School of Medicine

Il ruolo delle onde gamma

Diversi studi, tra cui quelli dei ricercatori dell’Università di Louisville e del Michighan, hanno rilevato in alcuni dei pazienti in esame un’impennata di onde cerebrali ad alta frequenza negli istanti precedenti il decesso, chiamate onde gamma.

L’attivazione di queste onde è messa in atto coscientemente e frequentemente dalla mente umana, in tutte quelle occasioni della vita quotidiana in cui cerchiamo di rievocare un ricordo, ciò che abbiamo in precedenza studiato, o il sogno che abbiamo fatto la notte precedente.

L’innesco dei meccanismi di autodifesa del cervello, «che chiude la porta al mondo esterno e si occupa delle faccende interne perché la sua casa va a fuoco», come spiega la scienziata Charlotte Martial dell’Università belga di Liegi, porta coloro che stanno esalando l’ultimo respiro a vivere un’esperienza onirica, paragonabile alla rievocazione cosciente di un ricordo, in un clima di serena quiete.

“Come il faccia questo è uno dei più grandi misteri della neuroscienza. Trovare delle risposte in merito a come il processo di morte avviene sarebbe cruciale, perché la morte è una sorta di mistero, noi non sappiamo davvero cosa sia”.

Ajmal Zemmar, neurochirurgo all’Università di Louisville

Sin dalla comparsa dell’essere umano, gli interrogativi intorno al tema della morte hanno dato vita a credenze e teorie più o meno fondate. La ricerca in questo campo ha ancora grandi potenzialità di sviluppo, e chissà, forse un giorno arriveremo a conoscere a pieno uno tra i più enigmatici ma ricorrenti fenomeni umani.