Assumere psicofarmaci non è una sconfitta

Rimuovere lo stigma sui medicinali per vivere meglio il processo di guarigione

Curarsi con i medicinali quando ci si fa male potrebbe sembrare un meccanismo immediato e automatico. Ma perché la percezione che abbiamo non risulta essere la stessa quando si parla di disturbi mentali?

Complice una narrazione dello psicofarmaco più simile a quella di uno stupefacente che a quella di un medicinale, anche chi li assume motivatamente sotto prescrizione prova disagio ad ammettere pubblicamente di farne uso.

Tra chi ritiene che gli psicofarmaci siano per persone deboli e chi accusa i medici di utilizzarli come sostituti alla terapia, la strada verso un dibattito sano ed edificante sul tema è ancora lontana.

In molti casi il senso di inadeguatezza che incombe a causa delle cure di un disturbo ”invisibile” rischia di rallentare il percorso di guarigione e non solo. A mancare è soprattutto un’educazione all’utilizzo dello psicofarmaco.

Alimentare lo stigma degli psicofarmaci può creare la percezione che la loro prescrizione rappresenti una sconfitta personale, un supplemento obbligatorio senza il quale risulta impossibile controllare le proprie emozioni.

La verità è che il 50% delle persone che iniziano un trattamento farmacologico per la depressione lo interrompono dopo appena tre mesi.

Ciò non significa che chi interrompe l’assunzione di psicofarmaci dopo ”solo” tre mesi non ne avesse bisogno ma che la terapia ha prodotto dei cambiamenti considerevoli abbastanza da intraprendere strade diverse.

L’assunzione di psicofarmaci è tendenzialmente una situazione temporanea e, come accade con gli antidolorifici in caso di malanni e incidenti, essa non rappresenta una minaccia per la nostra capacità di gestire le difficoltà in totale autonomia.

Affermare che gli psicofarmaci, ove necessari, debbano esser evitati a tutti i costi ha la stessa valenza di imporre, a chi soffre di diabete, il divieto di assumere l’insulina, a causa della forte dipendenza che si instaura tra il paziente ed il trattamento.

Gli psicofarmaci non sono uno scherzo e non vanno trattati come caramelle ed è proprio per questo che demonizzarne l’uso è pericoloso per il dibattito pubblico e qualsiasi battaglia di sensibilizzazione sui disturbi mentali.

Tra le conseguenze dello stigma sugli psicofarmaci vi è la non curanza degli effetti collaterali causati dal loro uso improprio

Gli psicofarmaci sono diventati il nuovo ”sballo” per un giovane su dieci:la normalizzazione di tali medicinali avrebbe inoltre l’effetto di informare giovani e non sugli effetti dell’uso improprio di questi farmaci, recentemente oggetto di abuso per ”scopi ricreativi”.

L’accoppiata vincente per capitalizzare gli effetti benefici delle cure è quella che vede la presenza di un percorso di terapia seguito da un professionista, senza il quale non vi sarebbe nessuna prospettiva di guarigione totale.