“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”, canta Antonello Venditti in una celeberrima canzone. A quanto pare il concetto è valido anche per Antonio Giovinazzi.
Il pilota di Martina Franca, con un passato al volante della Alfa Romeo, tornerà in F1 per le prove libere dei Gran Premi d’Italia (a Monza) e del Texas (ad Austin) al volante della Haas. Guenther Steiner, il team principal altoatesino del team di Kannapolis, ha affidato infatti il sedile della monoposto (motorizzata Ferrari e con telaio Dallara) a un pilota che, con l’esordio in Formula E al volante della Dragon, non aveva chiuso le porte alla classe regina.
La notizia va ad aggiungere un tassello importante nel puzzle del mercato piloti: qualche giorno fa, infatti, il pilota tedesco Mick Schumacher ha iniziato a seguire sui social i vertici della Alpine, team francese a cui al momento manca un pilota (dopo l’addio di Alonso e il no di Oscar Piastri).
Il caso Piastri
Oscar Piastri, pilota australiano di origini italiane, è cresciuto nell’academy Alpine, la “scuola” per piloti del team transalpino che ha di fatto sponsorizzato le sue esperienze delle formule minori. Nel momento in cui il team, guidato da Otmar Szafnauer (che ha preso il posto occupato la scorsa stagione da Davide Brivio), ha avuto la necessità di sostituire Fernando Alonso, la scelta è ricaduta proprio sul giovane e promettente australiano.
Piastri però, esattamente come successo in Indycar nel “giallo” di Alex Palou che smentì Chip Ganassi per accasarsi in Arrow McLaren, ha di fatto smentito il suo team dichiarando di non aver firmato alcun contratto con loro. Voci sempre più insistenti, infatti, lo vogliono in McLaren al posto di Daniel Ricciardo (che lascerebbe il team di Woking dalla prossima stagione, un anno in anticipo rispetto alla scadenza del suo contratto).
Il sedile bollente della Alpine
Via Alonso, via anche Piastri, chi si siede al volante del team transalpino? La prima ipotesi riguarda Daniel Ricciardo, che i vertici Alpine sarebbero pronti a riaccogliere a braccia aperte (l’australiano infatti ha corso due stagioni nel team transalpino, nel 2018 e 2019, quando ancora correva con il marchio Renault).
Ricciardo però, come detto più volte, vuole arrivare a fine contratto con McLaren (con cui, stando a voci di mercato, starebbe cercando un accordo per la buonuscita), per cui non è detto che lo scambio con Alpine possa concretizzarsi senza problemi. Potrebbe infatti esserci anche un piano B, rappresentato dal giovane tedesco figlio d’arte attualmente al volante della Haas.
Per Mick Schumacher, che nel team statunitense di proprietà di Gene Haas ha messo in luce tutto il suo talento, l’approdo al team transalpino con sede a Enstone potrebbe rappresentare un autentico salto di qualità nella classe regina dell’automobilismo. A quel punto rimarrebbe però un altro sedile vuoto, questa volta in casa Haas.
Il ritorno di Giovinazzi
Antonio Giovinazzi, classe 1993, nato a Martina Franca, è reduce da una stagione a dir poco disastrosa in Formula E. Dopo le stagioni al volante della Alfa Romeo, in Formula 1, per tenersi in allenamento ha provato le monoposto elettriche del team Dragon Penske. Va detto che la Formula E in comune con la F1 non ha proprio niente, inoltre il team Dragon non è certo tra i più competitivi del campionato mondiale 100% elettrico.
Nonostante le difficoltà dettate dalla scarsa esperienza con le monoposto elettriche (e un team che da tempo sembra in difficoltà rispetto ai competitor), il pugliese è riuscito a rendersi protagonista di alcuni exploit (come ad esempio la straordinaria prestazione in qualifica al secondo E-Prix di Londra, grazie alla quale è partito in terza posizione).
Terminata l’esperienza nel campionato mondiale di Formula E, Giovinazzi tornerà dunque in pista, al volante della Formula 1, nella prima sessione di prove libere dei GP d’Italia (all’Autodromo di Monza) e del Texas (al COTA, il Circuito delle Americhe). Che sia un segnale di un possibile ritorno del pilota pugliese nella classe regina?