La deforestazione dell’Amazzonia brasiliana è cresciuta di circa il 22% tra agosto 2020 e luglio 2021. Rispetto al periodo precedente ha stabilito un record se si considerano gli ultimi 15 anni, registrando il massimo dal 2006.
Questi sono i dati del sistema di monitoraggio della deforestazione Prodes e dell’Istituto Nazionale di Ricerca Spaziale (Inpe) del Brasile. Il disboscamento nella foresta pluviale più grande del mondo è stato in totale di 13.235 chilometri quadrati nel periodo 2020-2021. É il valore più alto se si parte dal 2005-2006.
La causa principale di questo disastro sarebbe legata agli incendi. Nel 2020 in Brasile gli incendi hanno devastato 8.500 chilometri quadrati di foreste del secondo polmone verde del pianeta. Secondo l’Inpe la distruzione resta inferiore ai 9.178 kmq di foresta andati in fiamme nel 2019. Questo dato è il peggiore dell’annata per l’Amazzonia.
C’è un’altra questione importante che preoccupa gli ambientalisti. Nel solo mese di dicembre 2020 sono stati distrutti 216 chilometri quadrati di foresta amazzonica. Un’area questa del 14% superiore rispetto a quella scomparsa nel dicembre 2019. Gli incendi sono aumentati del 15,6% rispetto al 2019, con un totale di 103.161 fuochi.
Tutti questi dati mettono in dubbio la capacità del paese di rispettare l’impegno globale per eliminare la deforestazione. L’obiettivo è fissato entro il 2030 ed è sottoscritto dal Brasile e più di altre 100 nazioni alla COP26 di Glasgow. Il ministro dell’Ambiente Joaquim Pereira Leite ha detto che: “I numeri sono ancora una sfida per noi e dobbiamo essere più energici in relazione a questi crimini“.