Con la sua torre pendente nella Piazza dei Miracoli, Pisa ormai è conosciuta in tutto il mondo.
La città nasce a pochi chilometri dalla foce dell’Arno, in un’area chiamata Valdarno, riparata dai Monti Pisani.
Le sue origini sono molto incerte. Dopo diversi scavi archeologici è stata ritrovata una necropoli etrusca, quindi, gli storici attribuiscono a loro, quasi certamente, la fondazione.
Pisa tra storia e leggende
Sono stati molti i simboli che hanno caratterizzato la città. A partire dallo stemma con l’aquila, un simbolo che voleva testimoniare la fedeltà di Pisa all’Impero romano.
Oggi, l’aquila con lo sfondo giallo, è divenuta simbolo della provincia.
Pisa, invece, è rappresentata da una bandiera rossa con la tipica croce patente. Una particolare croce a bracci uguali le cui estremità si espandono verso l’esterno e contornata da dodici globi. È poco nota la data in cui questa bandiera ha iniziato a circolare nella città, ma sappiamo con certezza che, durante la seconda repubblica, la croce pisana divenne l’arma cittadina.
Un’altra leggenda molto curiosa, narra la storia di alcuni fori posti sul lato nord della facciata della cattedrale di Santa Maria Assunta. Si dice che essi siano segni lasciati dal diavolo quando cercò di arrampicarsi sul duomo per evitarne la costruzione.
Questi buchi vengono chiamati “unghiate del diavolo” e, secondo la leggenda, non se ne riesce a contare il numero esatto, in quanto ogni volta che si riprova il numero varia.
Infine, la cattedrale di Santa Maria Assunta, possiede un lampadario per incenso situato al centro della navata. Si dice che, grazie all’oscillazione di esso, Galileo Galilei riuscì a formulare la sua teoria sull’isocronismo del pendolo.
Luoghi da visitare
Piazza dei miracoli è il centro artistico più importante di Pisa. Nominata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1987. Qui si possono ammirare:
- Il Duomo di Santa Maria Assunta: la cattedrale medievale conta cinque navate, con il transetto a tre navate. La costruzione iniziò nel 1063 dall’architetto Buscheto. Per le presenze multiculturali mercantili, la cattedrale presenta elementi stilistici diversi, come quelli classici, lombardi–emiliani, bizantini e islamici.
I primi interventi sulla cattedrale iniziarono a seguito di un tragico incendio nel 1595 che distrusse molti decori. Ma, solo partire dal XVIII secolo, iniziarono ad esserci dei rivestimenti sulle parenti interne, caratterizzati da grandi dipinti che raffiguravano le storie dei beati e santi pisani.
L’edificio durante gli anni è sprofondato sensibilmente. Il dissesto è notevolmente visibile guardando, soprattutto, la navata di Buscheto e le campate verso ovest della facciata.

- La Torre di Pisa: nominata come il campanile di Santa Maria, è riconosciuta in tutto il mondo per la sua pendenza. Conta un angolo di inclinazione pari a 3.97° rispetto all’asse verticale.
I lavori iniziarono nel 1173, ma rimane dubbia la paternità del progetto: alcuni lo attribuiscono all’architetto Diotisalvi, il quale nello stesso periodo stava costruendo il battistero. Altri attribuiscono l’opera a Gherardi e altri ancora, a Bonanno Pisano. Tuttavia, i lavori furono interrotti a metà del terzo piano, in quanto il terreno iniziò a cedere per l’argilla sottostante. Ma, successivamente, nel 1275 i lavori ripresero aggiungendo ulteriori tre piani.
Questi ultimi curvano verso il senso opposto della pendenza, per evitare di dare un maggior peso su questa. Per questo alcuni la chiamano “costruzione a banana”. - Il battistero: situato di fronte alla facciata occidentale della Cattedrale di Santa Maria Assunta, a sud del camposanto. È il più grande battistero del mondo, con una circonferenza di 107.24 metri e una larghezza di 2 metri e 63 centimetri. Il battistero presenta una cupola troncoconica poiché l’architetto, Diotisalvi, voleva riprendere le strutture della cupola della Roccia e l’Anàstasis della Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme.
Anche questa architettura è leggermente inclinata verso est, in direzione della cattedrale. - Il Camposanto Monumentale: cimitero storico di Pisa in cui venivano sepolti i maggiori esponenti cittadini. Vi sono raccolte opere d’arte originarie di istituti religiosi, rendendone la struttura ancora più stupefacente.
Mostre d’arte

- Tuttomondo: è un murales creato da Keith Haring nel 1989 sulla parete posteriore della chiesa di Sant’Antonio Abate. Il murales è alto 10 metri e largo 18 e consiste nell’ultima opera pubblica dell’artista prima della sua morte. Dipinse il murales in quattro giorni con l’aiuto di alcuni studenti e artigiani dell’azienda Caparol Center, che aveva offerto la vernice necessaria.
Haring non era abituato a dare nomi alle sue opere, ma, in questo caso, ha sentito la necessità di darne uno che rappresenti gli ideali di unitarietà e pace.
- Palazzo blu: è un centro culturale e d’arte dove vengono ospitate diverse mostre temporanee molto interessanti, come Picasso, Andy Warlhol, Modigliani e Dalì. Dal 12 novembre 2021 il palazzo ospita la mostra di Keith Haring, disponibile fino al 17 aprile 2022.
Cosa mangiare a Pisa
Pasta e ceci: primo piatto tipico della tradizione toscana. Una minestra di ceci a base di ingredienti semplici, ma che insieme formano un piatto ricco di sapori e profumi.
Pallette: il nome è un’espressione prettamente pisana, nel resto della Toscana si chiamano “matuffi”. Questo piatto della cucina povera consiste in una polenta morbida di mais che richiama, nella consistenza, il semolino. Viene servita con ragù di carne di manzo e maiale e funghi.
Trippa: è uno dei piatti più conosciuti della tradizione italiana, con diverse declinazioni a seconda della regione. Quella pisana si cucina con pancetta di maiale, verdure e polpa di pomodoro.
Tagliata al mucco pisano: fatta con un particolare bovino (un incrocio tra chianina, bruno alpina e la mucca podolica locale) da cui si ottiene una delle migliori carni della zona. Non molto conosciuto persino all’interno della Toscana, questa razza è un vero patrimonio culturale per il litorale di questa regione. Caratterizzata da un sapore molto forte e dalla sua carne molto tenera, è una re-interpretazione della classica bistecca fiorentina.
Cantucci col Vin Santo: il Vin Santo è un vino dolce prodotto da uve lasciate appassire dopo la raccolta. I cantucci sono biscotti secchi alle mandorle da inzuppare in questo famoso vino.
È il fine pasto toscano per eccellenza e vanta diverse storie.
Si narra che durante la peste del 1348 ci fosse un frate francescano che curava le persone malate con un vino miracoloso, appunto “santo”. Mentre una seconda storia vede protagonista Giovanni Bessarione, il quale, durante il concilio di Firenze del 1439, bevve il vino dicendo che era santo, in modo tale da far credere che avesse proprietà miracolose.