ai da prima artista robot

Ai-Da, prima artista robot, arrestata per spionaggio

Ai-Da è la prima artista robot diventata protagonista del mercato dell’arte nel 2019. È stata ideata da Aidan Meller, gallerista di Oxford specializzato in arte moderna e contemporanea e direttore della Barn Gallery. Un team di programmatori ed esperti di robotica dell’Università di Leeds, in collaborazione con ricercatori dell’Università di Oxford, studiosi d’arte e psicologi ha poi dato vita e creato Ai-Da.

Il suo nome deriva da Augusta Ada Byron, meglio conosciuta come Ada Lovelace, una grande matematica inglese dell’Ottocento, definita “l’incantatrice di numeri” e considerata la madre dell’informatica moderna. 

La creatività di Ai-Da e la sua arte si trovano all’interno di un microchip e, invece, all’interno di un algoritmo di machine learning che regola il movimento del braccio robotico di Ai-Da, si trova il suo talento. In questo modo, infatti, può disegnare quello che osserva attraverso le telecamere inserite negli occhi meccanici e riprodurlo con matite particolari e con l’inchiostro. La tavolozza di colori si trova direttamente incorporata all’interno della sua mano. Ai-Da, per essere così efficiente, viene continuamente aggiornata con sistemi di intelligenza artificiale sempre più sofisticati.

In realtà Ai-Da è una macchina non dotata di coscienza: ha realizzato un autoritratto definito “the first self-portrait with no self”. Ma lei è molto più di un semplice robot, è una vera e propria pittrice: sa disegnare e creare opere d’arte.

AI-DA ARRESTATA IN EGITTO PER SPIONAGGIO

In Egitto, recentemente, è stata inaugurata la mostra d’arte contemporanea “Forever is Now”, organizzata con la collaborazione del Ministero delle Antichità e del Turismo e del Ministero degli Esteri.

Prima della mostra, a cui è stata poi esposta l’opera realizzata dall’artista robotica Ai-Da, sia lei sia la scultura sono state bloccate alla dogana dell’aeroporto del Cairo per dieci giorni per dei problemi di sicurezza. Infatti, Ai-Da è stata arrestata, trattenuta per giorni in Egitto e scambiata per uno strumento di spionaggio.

Si pensa che le tecnologie usate per progettarla abbiano insospettito le autorità egiziane, spaventate, infatti, dal fatto che potessero nascondere un tentativo di spionaggio internazionale. L’artista realizza le sue opere d’arte osservando le immagini attraverso delle telecamere. Elabora poi le informazioni e le traduce in movimenti compiuti dalle sue braccia robotiche. Il suo arresto ha creato un incidente diplomatico tra le ambasciate di Regno Unito ed Egitto, ma il fatto si è concluso con il rilascio di Ai-Da e della sua opera, senza ulteriori tensioni e fraintendimenti.

Aidan Meller ha raccontato che il progetto di Ai-Da è stato creato per sollevare una discussione intorno all’intelligenza artificiale nell’arte e per «segnalare e avvertire degli abusi dello sviluppo tecnologico». 

Meller ha anche aggiunto «Le persone hanno paura dei robot, lo capisco» ma «Ai-Da è un robot-artista, non una spia. Sarebbe anzi divertita dall’ironia di questa situazione».

Per Aidan Meller “Ai-Da rappresenta una nuova voce nel mercato dell’arte. L’utilizzo delle nuove tecnologie è lo specchio della discussione sul futuro dell’umanità, anticipa in un certo senso a ciò che saremo. Tutti gli artisti, in ogni epoca, avevano come scopo principale quello di riflettere la società in cui vivevano. Ai-Da riflette l’uso contemporaneo delle tecnologie. Il fine ultimo dell’arte, d’altronde, è farci pensare a chi siamo“.

Fin dove si spingerà adesso la tecnologia e quali altri traguardi raggiungerà per mutare radicalmente il rapporto dell’uomo con l’arte?