gay ucciso da talebani

Afghanistan: studente ventiduenne ucciso dai talebani perché gay, alla famiglia inviato il video dell’esecuzione

Il fatto

Un agghiacciante filmato mostra l’esecuzione di Hamed Sabouri, studente ventiduenne di medicina, che viene colpito prima al collo e poi alla testa per almeno 12 volte.

Stando a quanto raccontato dalla famiglia, il ragazzo era stato fermato e trattenuto a un posto di blocco a Kabul,successivamente torturato per tre giorni e infine fucilato, con un colpo alla nuca, lo scorso 5 agosto.

Il filmato dell’omicidio è stato in seguito inviato alla famiglia di Sabouri che, per tutelare la propria sicurezza, ha lasciato il Paese.

Le parole del partner Bahar

Nonostante il rapimento e l’omicidio risalgano allo scorso agosto, la notizia è stata diffusa ai media solo recentemente dallo stesso fidanzato di Hamed, Bahar (nome fittizio per proteggere la reale identità), anche lui destinatario del video; attualmente anch’egli è nascosto per sfuggire alle persecuzioni dei talebani.

Ho ricevuto di nuovo minacce dai talebani e ora sono in fuga. Ho molti amici della comunità LGBTQ+qui in Afghanistan che sono stati anch’essi rapiti e torturati. Sono stato arrestato dai talebani nell’agosto 2021 e di nuovo a maggio e giugno di quest’anno e sono stata violentato, picchiato e torturato con scosse elettriche; la vita è un inferno per ogni afghano LGBTQ”.

Bahar descrive il suo partner come una “persona molto gentile” che è stata “brutalmente assassinata” unicamente per via del suo orientamento sessuale. Prima che i talebani salissero al potere nell’agosto 2021, Hamed sognava di diventare un medico di successo. Da allora, gli Studenti Coranici hanno istaurato un vero e proprio regime del terrore, mettendo in atto una barbara campagna di violenze e uccisioni verso chiunque fosse sospettato di appartenere alla comunità LGBTQ+.

Una volta venuto a conoscenza della fucilazione del compagno, Bahar ha affermato di aver immediatamente cancellato ogni prova della loro relazione, comprese fotografie e numeri di telefono, poiché i Talebani sono soliti sequestrare i cellulari di uomini sospettati di omosessualità, effettuando anche ricerche sui loro profili social.

Le difficili condizioni degli afgani appartenenti alla comunità LGBTQ+

In una mail il fratello di Hamed, Haseeb Sabouri, ha confermato che la famiglia ha venduto le due case in Afghanistan e si è rifugiata in Turchia: “Siamo fuggiti dall’Afghanistan a causa delle minacce e dell’omicidio di Hamed. Siamo fuggiti perché i Talebani venivano a casa nostra ogni giorno per molestarci e minacciarci”.

La famiglia di Hamed ha provveduto ad inviare il filmato dell’esecuzione anche alla comunità per i diritti LGBTQ+ Roshaniya, il cui fondatore Nemat Sadat, ha dichiarato: “La paura più grande in Afghanistan, in questo momento, è quella di diventare il prossimo Hamed Sabouri. Questa è la loro situazione da quando i Talebani sono tornati al potere. La notizia della brutale morte di Hamed continua a mettere a dura prova la nostra comunità, ma non lasceremo che la morte di Hamed passi invano. Continueremo a lottare per il diritto degli afghani Lgbtq+ di sfuggire all’esecuzione e di vivere una vita lunga e felice in un Paese libero”.