Affare Musk-Twitter è un fallimento?

Tempo fa ci chiedevamo che fine avrebbe fatto il Twitter di Elon Musk. Dopo meno di 3 mesi abbiamo già una risposta: le idee del miliardario non avranno probabilmente alcun impatto se si esclude il crollo in borsa del titolo. Musk, infatti, si è ritirato dall’accordo che prevedeva l’acquisto di Twitter per 44 miliardi di dollari e già in tempi non sospetti gli addetti ai lavori non erano riusciti a spiegarsi le ragioni di un interesse così deciso verso il social cinguettante. In ogni caso, le ragioni che Musk aveva dichiarato, e che ruotavano attorno la libertà di parola, non avevano convinto realmente quasi nessuno e questo dietrofront conferma quello che certi professionisti avevano previsto.

Se pur suonando come un preteso, Musk ha dichiarato di non essere più interessato a Twitter per la presenza massiccia di bot che, nonostante fosse un fenomeno risaputo, porta alcuni analisti di Bloomberg a dire che Musk non è più interessato a fingere di voler comprare Twitter portando a porci delle domande.

Quali sono le vere ragioni del dietrofont e perché Musk ha inizialmente mostrato interesse per Twitter?

Per Vincenzo Cosenza, consulente di marketing e autore di vincos.it, Twitter è un social che Musk usa spesso, anche in maniera maldestra. Questo utilizzo l’ha portato a pensare di poter salvare il social finendo per avere tra le mani un oggetto che costava troppo. Nonostante il patrimonio a disposizione, Musk avrebbe dovuto chiedere prestiti esosi che nel tempo avevano perso valore. Tutto ciò implica un importante aumento dei costi rispetto al prezzo in borsa e ciò ha portato ad un ripensamento sull’acquisizione.

Twitter non è il solo a essere crollato in borsa negli ultimi giorni; infatti, insieme ad esso, anche i titoli Tesla hanno subito un andamento ribassista portando apparentemente Musk ad auto sabotarsi facendo nascere voci poi smentite, che sostengono che lui si voglia affiliare alla società che vuole quotare in borsa il social di Donald Trump che ha appunto visto un rialzo in borsa non indifferente (del 27%).

Secondo le dichiarazioni di Musk, Twitter non ha rispettato l’accordo in quanto il social non ha dichiarato le informazioni correte in termini di spam account/account fake presenti sulla piattaforma.

Lasciando parlare i dati, Twitter dà l’impressione di sottovalutare drasticamente il conteggio degli account spam o fake dei suoi mDAU – utenti giornalieri – che secondo loro è inferiore al 5%.

Da un’analisi preliminare fatta invece dagli analisti del miliardario questi account raggiungerebbero cifre enormemente più grandi di quel che hanno riportato creando dubbi ai quali Twitter deve ancora rispondere come:

  1. Informazioni relative al processo di verifica dell’inclusione di spam e account falsi in mDAU.
  2. Informazioni relative al processo di identificazione e sospensione degli account spam e fake.
  3. Misure giornaliere di mDAU negli ultimi otto trimestri.
  4. Materiali della scheda relativi ai calcoli mDAU di Twitter.
  5. Materiali relativi alle condizioni finanziarie di Twitter.

Quali sono i possibili futuri scenari?

Se i quesiti sopraelencati, e proposti da Musk a Twitter in una lettera, fanno credere al miliardario di aver dimostrato la sua innocenza, egli dovrà comunque dimostrarlo a Kathaleen McKormick -giudice del Delaware– che negli ultimi giorni ha strizzato l’occhio a Twitter, accettando non solo la denuncia da parte del social nei confronti del CEO di Tesla, ma anche l’anticipo del processo in tribunale, che avverrà ad ottobre senza dare ascolto alle richieste di Musk che ha chiesto di spostarlo a non prima del febbraio 2023.

Il primo round quindi se lo aggiudica Twitter lasciando aperti 3 scenari:

  • Elon potrebbe decidere di pagare la penale da un miliardo di dollari prevista dal contratto e uscire così dall’accordo che Twitter può decidere di aumentare.
  • Il raggiungimento di un nuovo accordo tra le due parti -opzione già scartata da molti.
  • Il tribunale decide di obbligare Musk ad acquisire Twitter portandolo ad un fallimento finanziario.

Musk sembra sicuro di sé e delle sue ragioni tanto da postare diversi meme riguardanti l’argomento stuzzicando il CDA di Twitter che ora si vedrà costretto a rispondere a tutti i quesiti presenti nella famigerata lettera del miliardario. I quesiti non hanno mai avuto un riscontro e non è mai stata fatta chiarezza sulla procedura di rilevazione dei dati -apparentemente sospetta- che il social ha precedentemente dichiarato.