L’addio alla Rai di Fabio Fazio dopo quarant’anni di carriera

Dopo quarant’anni di carriera in Rai, Fabio Fazio lascerà l’emittente pubblica. Questo autunno approderà con un nuovo progetto sul canale Nove, posseduto dalla società Discovery del gruppo statunitense Warner Bros.

Il 28 maggio sarà trasmessa l’ultima puntata di Che tempo che fa, il ventennale talk domenicale celebre per le storiche ospitate che hanno visto protagonisti alcuni dei più famosi personaggi a livello mondiale, dal Segretario del Partito Comunista sovietico Gorbaciov, fino all’ex Presidente statunitense Obama.

Il programma si è distinto anche per gli accesi dibattiti su attualità e politica, capaci di toccare tematiche controverse e delicate come quelle su migranti e diritti. Ed è proprio per il suo carattere progressista che il presentatore è stato spesso al centro del giudizio negativo di esponenti politici della destra, in primis quello dell’attuale Vicepresidente del Consiglio e Ministro della Lega Matteo Salvini, protagonista di oltre un centinaio di attacchi rivolti al conduttore in occasione di molteplici comizi politici, in seguito ai quali il conduttore ha affermato che

«La Rai è la somma dei dirigenti con cui lavori, degli artisti. Se fai un giochino non succede niente, se sei bersaglio del ministro dell’Interno il ruolo diventa un altro»

Fabio Fazio

In seguito all’annuncio dell’addio alla Rai, Salvini ha puntualmente commentano la notizia, congedando sarcasticamente i due intrattenitori del decennale programma Che tempo che fa attraverso la parodia del canto antifascista Bella ciao, generando sui social una partecipata polemica.

Come di consueto, l’orientamento dei palinsesti televisivi italiani è strettamente legato agli andamenti della politica. La dirigenza Rai, allineata con il governo in carica, non avrebbe infatti mai avviato una concreta trattativa per rinnovare il contratto in scadenza a giugno con il presentatore.

«Il mio lavoro continuerà altrove, d’altronde non tutti i protagonisti sono adatti per tutte le narrazioni. Me ne sono reso conto e quindi continuo a fare serenamente il mio lavoro altrove che è quello, che ho sempre fatto in questi 40 anni. Non posso che esprimere anche in quest’occasione gratitudine nei confronti di tutte le persone con cui ho lavorato per tutta la vita in Rai, ne conserverò solo un ricordo meraviglioso»

Fabio Fazio

Il caso Fazio si inserisce in un contesto di riorganizzazione generale meloniana del servizio pubblico erogato dalla Rai: sarebbero infatti a rischio anche le conduzioni di presentatori notoriamente indigesti alla politica conservatrice, come quelle di Amadeus o Flavio Insinna.

L’ultimo memorabile cambiamento di tale entità risale al 2002, in seguito al discorso poi denominato “Editto bulgaro”, attraverso cui l’allora Presidente del Consiglio Berlusconi intimò la dirigenza Rai di impedire il ripetersi di alcune critiche a lui rivolte da parte dei presentatori Biagi, Santoro e Luttazzi, estromessi dai palinsesti nel giro di pochi mesi.

Fazio ha parlato in diretta del suo addio alla Rai, precisando:

«Non posso che avere gratitudine verso la Rai e non potrei dire nulla contro questa azienda, perché è come se la dicessi a me stesso. Dei suoi 70 anni di vita, 40 la Rai li ha passati con me e io con lei. Grazie a tutti, ci ritroveremo, altrove ma ci ritroveremo».