6° RAPPORTO GIMBE: LA SANITÀ PUBBLICA È AL COLLASSO

Lo scorso 10 ottobre, presso il Senato della Repubblica, è stato presentato il 6° Rapporto della Fondazione GIMBE nel quale si afferma che la sanità pubblica italiana “va verso il baratro”. Una delle cause è il crollo del rapporto tra spesa sanitaria e pil, che quest’anno si ridurrà dal 6,7% al 6,6%, per scendere al 6,2% nel 2024 e nel 2025 e poi ancora al 6,1% nel 2026.

È questo, in estrema sintesi, il risultato di un’analisi indipendente della Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (Nadef) 2023 condotta dalla Fondazione Gimbe sulla spesa sanitaria.

L’obiettivo del Documento

L’obiettivo del documento, come ha dichiarato il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta, “è sia verificare la coerenza tra dichiarazioni programmatiche e stime tendenziali, che informare il confronto politico e il dibattito pubblico in vista della discussione sulla Manovra“.

L’analisi

Le principali cause della insostenibilità del SSN, oltre a sprechi e inefficienze, sono il continuo definanziamento pubblico e l’inadeguata governance Stato-Regioni.

A fronte di questa situazione, commenta Cartabellotta, “è del tutto evidente che l’irrisorio aumento della spesa sanitaria di 4.238 milioni di euro (+1,1%) nel triennio 2024-2026 non basterà a coprire nemmeno l’aumento dei prezzi, sia per l’erosione dovuta all’inflazione, sia perché l’indice dei prezzi del settore sanitario è superiore all’indice generale di quelli al consumo“.

In sostanza, secondo lo studio, le stime previsionali della Nadef 2023 sulla spesa sanitaria 2024-2026 non lasciano affatto intravedere investimenti sufficienti per risollevare le sorti del nostro SSN ma, al contrario, mostrano evidenti segnali di definanziamento.

Nel dettaglio, nel triennio 2024-2026 la spesa sanitaria si riduce complessivamente dello 0,2% in termini di percentuale di pil, aumenta di 2.449 milioni (in media 816 milioni l’anno) in termini assoluti e aumenta di 1,4 punti percentuali (in media di 0,47 per anno) in termini di variazione percentuale.

La conclusione che possiamo trarre è che la grave crisi di sostenibilità del SSN non garantisce più alla popolazione equità di accesso alle prestazioni sanitarie con pesanti conseguenze sulla salute delle persone.