100 anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini

Volto serio, pensoso, con gli occhi accesi. Il tuo corpo esprimeva qualcosa di risoluto e di doloroso. Eri tu, in tutta la tua solitudine e profondità di pensiero”

Le tenere parole della scrittrice ottantacinquenne Dacia Maraini, che nel suo ultimo testo “Caro Pier Paolo”, pubblicato il febbraio scorso, ricorda affettuosamente l’amico Pasolini attraverso un racconto frammentato, sotto forma di dialogo, in cui riporta alla luce tutti i tratti e le contraddizioni di una delle figure più scomode e significative della letteratura del secolo scorso.

Uomo poliedrico, finemente colto e profetico nelle sue intuizioni.
Pochi, come Pasolini, si sono conquistati spazi così rilevanti all’interno della letteratura, del cinema, del teatro e del giornalismo. Ma è stata forse la poesia il tratto espressivo che più lo ha distinto.
Portano la sua firma, capolavori come “Poesie a Casarsa”, “La meglio Gioventù” e “Ragazzi di vita”.

Nato a Bologna, il 5 marzo 1922, in Via Borgonuovo 4 nel quartiere di Santo Stefano, dove oggi rimane una targa in marmo in sua memoria, Pier Paolo Pasolini matura fin da adolescente una fervida passione verso il mondo della letteratura, del cinema e della poesia, tanto da iscriversi, dopo una maturità classica, alla facoltà di lettere presso l’Università di Bologna, laureandosi con Lode. La sua ferrea e distintiva formazione ricoprirà un ruolo essenziale per i suoi scritti.

Scrupolosamente attento alla moltitudine di cambiamenti che stava inondando la società italiana del secondo dopoguerra, Pasolini si dimostra estremamente critico nei confronti delle abitudini borghesi e della nascente Società dei Consumi, basata su un materialismo tossico, ingannevole e autodistruttivo.

L’estrema attualità di Pasolini, che permane e persiste tuttora oggi, non è dovuta unicamente ad una semplicistica moda passeggera; il suo grande carisma, che, nonostante le non poche critiche e ostilità sollevate dall’opinione pubblica, gli ha conferito stima e successo, è dovuto dalla sua capacità di diversificarsi sia sul fronte politico sia sul fronte sociale e letterario, senza mai piegarsi ad alcuna forma di conformismo

Il linguaggio e le idee di Pasolini, così come la sua intera esistenza, hanno continuamente messo alla prova convenzioni consolidate, provocando polemiche che non di rado gli sono costate emarginazioni, denunce e contestazioni verso le sue opere, spesso reputate oscene e indecenti, e nei confronti dei suoi stili di vita atipici è fuori dagli schemi.

La sua voce voleva mettere in guardia sulle ambivalenze del progresso e della contemporaneità, intendeva segnalare i possibili impoverimenti per l’umanità, travestiti da maggiori ricchezze”

Così si esprime il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel centenario della sua nascita.

Pasolini è un intellettuale che manca nell’Italia di oggi, manca la coscienza critica di una persona così indipendente e libera, portatrice di un’idea di cultura e arte che permettano di discernere e selezionare ciò che abbiamo intorno, soprattutto nella quotidianità di oggi, in cui siamo costantemente bombardati da una massa di informazioni senza precedenti.